tag:blogger.com,1999:blog-135156552024-03-08T00:44:49.332+01:00Silvio non farmi astenere piùil blog di SilvioconvincimiUnknownnoreply@blogger.comBlogger177125tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1164813369101212762006-11-29T16:14:00.000+01:002006-11-29T16:18:10.286+01:00Tutti i buchi nella manovra dell’Unione<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Per far digerire agli italiani la stangata fiscale, il governo Prodi continua a parlare di questa Finanziaria come della terapia d'urto indispensabile a riassestare i conti pubblici. In realtà, dalla manovra continuano a venire fuori punti interrogativi proprio sui numeri del bilancio. I dubbi non sono i soliti - «parziali» - dell'opposizione, ma portano la firma del servizio bilancio del Senato, organo tecnico cui spetta una valutazione accurata e obiettiva degli effetti del disegno di legge finanziaria sull'erario. Ecco un elenco sommario dei principali punti oscuri individuati dai tecnici di Palazzo Madama.<br /><br /><em>Spesa sanitaria</em><br />Il governo ha messo in campo oltre 3 miliardi per prevenire gli sforamenti da parte delle Regioni, ma nella finanziaria non vengono specificate le misure strutturali che dovrebbero consentira il raggiungimento di questo obiettivo. Il rischio è che questa ulteriore spesa possa servire a scopo clientelare. Intanto sulla sanità graverà il regalo dell'Unione ai sindacati sul pubblico impiego. Il rinnovo del contratto di questa categoria è infatti superiore, rispetto all'inflazione programmata del biennio, di ben un miliardo e 171 milioni di lire, 512 dei quali saranno spesi per i dipendenti del comparto sanitario nazionale.<br /><br /><em>Assegni familiari</em><br />Non sono infatti chiari i meccanismi che consentirebbero il risparmio di spesa pari a circa 470 milioni di euro, che rappresenta la differenza tra la stima originaria contenuta nel testo approvato dal Cdm (1.400 mln euro) e quella attuale prevista dalla manovra uscita dalla Camera (930 mln).<br /><br /><em>Irpef </em><br />La modifica alla tassa di scopo per i Comuni per finanziare opere pubbliche rischia di produrre costi aggiuntivi a causa del rimborso dell'imposta ai contribuenti per il mancato inizio dell'opera. Incertezza anche sulle detrazioni Irpef del 55% per le spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Secondo gli esperti c'è il rischio concreto che un aumento di queste spese, favorito dal beneficio fiscale, possa causare una diminuzione del gettito superiore a quanto previsto. Il pericolo non è da poco. E si aggiunge all'insieme di timori che stanno portando i Comuni a rinviare l'approvazione del proprio bilancio nei termini previsti, entrando in esercizio provvisorio. È quello che ha appena deciso per esempio Sergio Cofferati, rompendo una tradizione che da venti anni vedeva il comune di Bologna approvare i bilanci con largo anticipo. Ma del resto, al di là di ogni intento politico, come può un sindaco pianificare il proprio budget se a monte non vengono definite le spese che dovrà sostenere?<br /><br /><em>Cuneo </em><br />Ovviamente i calcoli restano in sospeso anche per il taglio del cuneo fiscale. Innanzitutto perchè non esiste allo stato attuale alcuna ipotesi in merito all' utilizzo delle deduzioni vigenti e quindi del benefit per l'economia in termini di competitività. Lo sconto - l'unico - sugli oneri contributivi alle imprese rischia insomma di non innescare quegli investimenti in innovazione sperati perché non c'è nessun vincolo corrispondente per le aziende. Ma quel che è peggio è che il testo della manovra non indica il numero di lavoratori dipendenti sulla cui base è stato quantificato il minor gettito Irap. Un altro numero col segno meno ancora da definire.<br /><br /><em>Tfr </em><br />Sull'erario infine graverà una nuova tegola appesa al placet dell'Eurostat sulla misura che prevede il trasferimento del Tfr all'Inps. La stessa relazione tecnica del governo, pur riconoscendo la necessità del parere favorevole delle autorità europee, non stabilisce infatti esplicitamente la riduzione delle spese connesse al Tfr. Inoltre non va dimenticato che l'effetto del trasferimento potrà comunque essere calcolato con precisione soltanto quando saranno definitive le scelte dei lavoratori sulla destinazione del proprio trattamento di fine rapporto. Il quantum potrà quindi essere valutato solo a consuntivo. E intanto? Intanto tutti gli interventi legati ai cinque miliardi che l'esecutivo spera di raccogliere con questo strumento - di finanza creativa o distruttiva? - saranno comunque finanziati. Ma è mai possibile che il ministro Padoa Schioppa, sempre così ansioso di curare il deficit, non si preoccupi di risolvere queste incognite? Verrebbe proprio da dire, con Totò: «Ragioniè, voi dovete ragionà!».</span>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1163093155027885492006-11-09T18:18:00.000+01:002006-11-09T18:25:55.520+01:00Midterm: la sconfitta certa è quella dei teocon<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Dopo il report della Cia sull'aumento del terrorismo a seguito della missione irakena arrivano le elezioni di midterm a condannare finalmente la politica messianica dei teocon. C'è ancora qualcuno a destra diposto a gettare la croce di antiamericano su chi da tempo nutriva dubbi sulla religionpolitica di Bush? Il fanatismo di una religione può essere battuto solo dal pragmatismo della ragione. A mandare Rumsfled a casa prima che la Pelosi è stata l'ala realista dei repubblicani che non ci sta a perdere le presidenziali. Era ora che ci riuscissero!</span>Unknownnoreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1162226073011485442006-10-30T17:33:00.000+01:002006-10-30T17:39:06.033+01:00Un Mastellum per servire le toghe rosse<p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">La Camera ha approvato la settimana scorsa in via definitiva il ddl Mastella, che blocca la riforma liberale della giustizia varata dal centrodestra, destinata ad entrare in vigore questo mese. Il provvedimento annacqua infatti le misure relative agli illeciti disciplinari e alla gerarchizzazione delle procure, ma soprattutto congela - fino al 31 luglio 2007 - il punto nevralgico della riforma Castelli: la separazione della funzione requirente da quella giudicante. A nulla sono valsi, su questo punto, i tentativi dell'opposizione di emendare il testo del governo. Vane anche le perplessità manifestate dai deputati della Rosa nel Pugno - da sempre sostenitrice della separazione delle carriere - che, pur tra mille mugugni, hanno finito per inchinarsi agli oneri di coalizione, dimostrando una volta di più di essere soltanto una «espressione geografica» all'interno della maggioranza. <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">Oltre alla distinzione delle funzioni, la nuova normativa congela anche le modifiche ai criteri di progressione delle carriere e ai concorsi per l'accesso alla magistratura. La precaria tenuta di Prodi al Senato ha permesso alla CdL di strappare solo un parziale mantenimento delle altre novità introdotte dalla Castelli. Rispetto alla riforma del centrodestra, è stato infatti escluso il coinvolgimento del Guardasigilli nel procedimento disciplinare, sul quale resterà competente <?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" /><st1:personname productid="la sola Cassazione" st="on">la sola Cassazione</st1:personname>, e sono state ristrette ed attenuate le ipotesi di illecito. Per quanto concerne l'assetto interno alle procure, viene invece abrogata la responsabilità esclusiva del procuratore capo e l'inserimento del provvedimento di revoca nel fascicolo personale del sostituto. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">L'ansia della maggioranza di disinnescare le novità approvate nella precedente legislatura ha già provocato intanto due inconvenienti tecnici. Anche se per pochi giorni, infatti (prima che trascorra la vacatio legis per il Mastellum), entrerà in vigore l'obbligo per i magistrati di optare per la funzione di pm o di giudice. Le toghe, come forma di protesta, hanno intasato il Csm con numerosissime domande on line di assegnazione dell'incarico. Danno ben più grave invece è stato commesso sul processo disciplinare, dove il mancato riferimento al codice di procedura civile ha l'effetto di applicare le regole del processo penale al giudizio davanti alle sezioni unite civili della Cassazione.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">Così, mentre le procure si trovano a fronteggiare l'ulteriore emergenza creata dal decreto Bersani col blocco dei pagamenti delle consulenze, l'Unione partorisce un altro papocchio che aggiunge confusione al caos che già assilla il sistema giustizia. Lo stesso titolo del provvedimento è di per sé estremamente eloquente: «Sospensione dell'efficacia delle disposizioni dell'ordinamento giudiziario». Il Mastellum, cioè, non rimpiazza la riforma del centrodestra con una legittima controriforma, ma maldestramente rinvia qualsiasi tipo di rinnovamento della macchina della giustizia, ferma alla disciplina del 1941. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">Il rinvio cela in realtà le opposte sollecitazioni che agitano la maggioranza anche sul fronte giustizia. Da un lato le pressioni di Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia, le due correnti di sinistra della magistratura che da sempre invocano la cancellazione in toto della riforma Castelli. Dall'altro le tendenze più garantiste che attraversano la Margherita e la corrente riformista dei Ds, i dalemiani per intenderci. La stessa attribuzione del dicastero di Via Arenula al «moderato» leader dell'Udeur e il lungo scontro interno che ha sbarrato l'accesso di Luciano Violante al Csm, hanno indicato, fin dalla nascita del governo Prodi, l'intenzione di porre un freno alle intemperanze giustizialiste e conservatrici della sinistra togata. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">Il Mastellum varato lunedì scorso è, in questo scenario, il figlio naturale di un esecutivo la cui unica preoccupazione è quella di non scontentare nessuno, di non mettere a rischio gli equilibri delicati della coalizione, di non decidere e quindi di preservare lo status quo. Pur con tutti i difetti propri di ogni legge, <st1:personname productid="la riforma Castelli" st="on">la riforma Castelli</st1:personname> tentava di scrostare le ataviche anomalie delle nostre procure, riaffermando il principio costituzionale della terzietà del giudice e limitando l'eccessiva arbitrarietà dei pm nell'esercizio dell'azione penale. Non era forse la migliore riforma possibile, ma era certamente un primo passo che cercava peraltro un compromesso tra le opposte istanze di avvocati e magistrati. La stessa separazione delle funzioni, requirente e giudicante, tendeva a sintetizzare le richieste dell'Unione Camere Penali - favorevole alla separazione delle carriere - e quelle dell'Associazione Nazionale dei Magistrati, aperta all'ipotesi d'incompatibilità territoriale. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;">Il governo Prodi ha invece scelto ancora una volta di non scegliere, di lasciare tutto com'è, sposando così la grottesca teoria Borrelli per la quale la separazione delle funzioni esisterebbe già nel nostro ordinamento dal momento che i pm non scrivono le sentenze dei giudici. L'Unione ha scelto di evitare il percorso di una vera sinistra riformista, aperta ad una visione liberale della giustizia, che pone le garanzie individuali sullo stesso piano di quelle collettive. Mastella promette di rimettere presto mano alla separazione delle carriere ma Magistratura Democratica, già insoddisfatta per la cancellazione completa della Castelli, è pronta ad alzare le barricate su ogni ulteriore cedimento verso il garantismo.</span></span></p>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1160740994086610982006-10-13T14:01:00.000+02:002006-10-13T14:05:28.896+02:00Per Confindustria non è questione solo di Tfr<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">“La manovra finanziaria è debole e insoddisfacente, priva dei preannunciati interventi strutturali sui grandi capitoli di spesa pubblica”. Non è l’ennesima critica proveniente dalle file dell’opposizione ma il giudizio durissimo espresso dal vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, sul testo presentato dal governo nell’audizione di mercoledì davanti alla commissione Bilancio della Camera. Non è dunque solo il trasferimento del Tfr, come vorrebbe far credere il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, a sollevare le critiche di Confindustria alla finanziaria presentata dal governo. A preoccupare è l’intento complessivo della manovra troppo sbilanciato, secondo Viale dell’Astronomia, sull’obiettivo “redistribuzione” a danno dell’obiettivo “crescita” che semmai finisce per essere sfavorito da un aumento del carico fiscale. Nell’intervento in commissione Bilancio Bombassei ha infatti sottolineato l’importanza di ridistribuire le opportunità e non solo il potere d’acquisto investendo su scuola, università e formazione. Pur apprezzando lo sforzo sul cuneo fiscale la grande industria considera la manovra incapace di affrontare il problema del contenimento della spesa. In particolare Bombassei ha lamentato la mancanza di riforme strutturali sulla spesa sanitaria destinata a crescere rispetto allo scorso anno da 91 a 103 miliardi di euro con un incremento di ben il 13%! Un aggravio notevole per l’erario che potrà essere coperto solo con l’aumento delle addizionali puntualmente sbloccate dal governo. Ed è proprio questo punto ad irritare gli industriali. La copertura integrale della spesa sanitaria infatti potrà consentire anche lo sblocco dell’addizionale Irap, oltre l’uno per cento attualmente previsto, scaricando così sulle imprese la gestione poco oculata della sanità da parte degli amministratori locali.<br />Rebus sic stantibus risulta evidente come la rottura dell’idillio tra Unione e vertici degli industriali vada ben oltre l’intervento del Tfr. I numeri della manovra sono chiarissimi nell’indicare l’impronta dirigista del governo che in questo modo non aiuterà certo ad accelerare la pur timida ripresa del Paese.<br />A Montezemolo ora non resta che spiegare alla sua base come fosse possibile attendersi da una coalizione con una componente massimalista così consistente una politica economica differente. Su 35 miliardi di manovra meno di 15 serviranno a correggere il disavanzo e ben 20 serviranno invece a soddisfare le aspirazioni di “giustizia sociale” del centrosinistra. Aspirazioni destinate peraltro a non portare alcun concreto risultato. Quale giustizia sociale infatti garantisce una manovra che abbassa la soglia dell’aliquota massima a 75 mila euro di reddito lasciandola invariata per i redditi oltre i 100 mila? Quale giustizia sociale realizza una manovra che introduce il ticket per il pronto soccorso e sblocca le addizionali comunali, aumentando di fatto imposte che colpiscono senza distinzione di censo? Quale giustizia sociale rende possibile una manovra che dimentica i lavoratori precari per i quali in campagna elettorale si erano sprecati fiumi di promesse? La coperta è corta si continua a ripetere. Verissimo. Sbagliare in certe situazioni è terribilmente facile. Proprio per questo però un governo saggio dovrebbe mettere da parte gli intenti moralistici di vana redistribuzione evitando di mettere la mani nelle tasche dei cittadini.</span>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1160490006408314952006-10-10T16:20:00.000+02:002006-10-11T18:34:46.853+02:00L’Istat sconfessa un'altra bugia: dal 2004 cresciamo in innovazione<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Dopo l’aumento del gettito fiscale e l’inversione di tendenza nel rapporto deficit/Pil, arriva dall’<a href="http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20061009_00/">Istat</a> un nuovo tassello di verità sui risultati del governo Berlusconi, quello relativo all’andamento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Per il 2004 l’Istituto nazionale di statistica ha registrato rispetto all’anno precedente una crescita della spesa in R&S intra muros (cioè svolta da imprese e istituzioni al loro interno) del +3,3% in termini monetari, con un ammontare complessivo pari a oltre 15 miliardi. Non è tutto. Nello studio appena diffuso l’Istat prevede sulla stessa spesa un aumento anche per il 2005 e il 2006 rispettivamente del 5,6 per cento e del 4,1 per cento.<br />Insomma una volta di più viene svelata la grave distorsione della realtà rappresentata da quanti, tabelle e grafici alla mano, continuano a strapparsi i capelli per le gravi mancanze del governo Berlusconi. È lo stesso Istat del resto che, nella relazione introduttiva, indica nelle misure adottate due anni fa dal governo la causa principale dell’incremento della spesa in R&S.</span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;"><br />Ed infatti al 2004 risale la Tecnotremonti, il decreto legge che defiscalizzava le spese sostenute dalle imprese in innovazione. Nello stesso periodo inoltre il governo di centrodestra varava tre interventi fondamentali per la modernizzazione del sistema paese: il Fondo Centrale di Garanzia, con una dotazione di 160 milioni di euro per innescare investimenti in innovazione digitale per almeno 3,2 miliardi di euro da parte di oltre 16 mila piccole e medie imprese; gli Accordi di Programma Quadro, con 100 milioni di euro per quelle zone del sud già pronte per progetti innovativi; il Fondo High Tech, con cui il Cipe stanziava 100 milioni di euro per la nascita di piccole e medie imprese ad alta tecnologia nel Sud. Come sorprendersi allora oggi dei dati Istat? Ma soprattutto quanto pesa la “innocente approssimazione” di una certa stampa sulla democraticità delle nostre istituzioni?</span><br /><p><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Ad una manciata di giorni dall’elezioni politiche (per l’esattezza il 29 marzo 2005), il <a href="http://www.ragionpolitica.it/testo.5299.html">Sole24ore</a> pubblicò nelle prime pagine una serie di tabelle sullo stato degli investimenti in innovazione nel nostro Paese basato su una fonte indiscutibilmente autorevole: il Factbook 2006 dell’Ocse. Dati alla mano l’inchiesta sembrava bocciare in toto la politica del governo Berlusconi nel campo dell’innovazione, leva fondamentale per il rilancio della competitività. Il Paese risultava indietro in particolare negli investimenti nella ricerca e nella formazione di laureati in materie scientifiche. E tuttavia nelle didascalie a margine delle tabelle Ocse, in un corsivo minuscolo, si nascondeva un’indicazione tutt’altro che marginale. Molte di quelle cifre erano riferite al 2002 e al 2003. Insomma all’esecutivo in carica dal 2001 venivano affibbiati risultati che evidentemente non potevano essere maturati sotto i suoi interventi. Com’è possibile infatti pensare che in due anni un governo possa aumentare il numero dei laureati in ingegneria? Da un punto di vista strettamente analitico bisognerebbe capire una volta per tutte come gli effetti di alcuni interventi normativi non possono essere valutati con precisione nell’immediato. I dati pubblicati ieri dall’Istat mostrano oggi quanto la pioggia di cifre negative fosse subdola e abbia fornito, in un momento cruciale per una sfida elettorale giocata su un pugno di voti, una visione distorta della realtà a tutto svantaggio del governo uscente e dell'Italia.</span></p></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1160470925753429372006-10-10T11:00:00.000+02:002006-10-10T11:59:58.313+02:00L’ambiguità croce e delizia di Prodi<a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodimic.3.jpg"></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.8.jpg"><img style="WIDTH: 135px; CURSOR: hand; HEIGHT: 137px" height="170" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/200/prodi06p.4.jpg" width="114" border="0" /></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.9.jpg"><img style="WIDTH: 126px; CURSOR: hand; HEIGHT: 137px" height="168" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/200/prodi06p.5.jpg" width="120" border="0" /></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.11.jpg"><img style="WIDTH: 130px; CURSOR: hand; HEIGHT: 137px" height="130" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/200/prodi06p.7.jpg" width="138" border="0" /></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.12.jpg"><img style="WIDTH: 119px; CURSOR: hand; HEIGHT: 137px" height="135" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/200/prodi06p.8.jpg" width="137" border="0" /></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.13.jpg"></a> <a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodimic.2.jpg"></a><br /><br /><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodimic.1.jpg"></a><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Le ataviche contraddizioni interne all’attuale maggioranza hanno uno snodo ben preciso che risiede nel non programma varato dal centrosinistra un anno fa circa. Quando da questa parte si dileggiava quel grazioso e ilare volumetto, ostentato da Prodi & Co. come la soluzione di tutti i problemi, come quel che avrebbe fatto il Bene dell’Italia, fummo tacciati di superficialità, di approccio preconcetto e partigiano. Oggi è chiaro in realtà come la falla della Tav non fu certo una semplice svista ma l’indicatore della linea politica perseguita dall’ammucchiata antiberlusconiana: quella del non scelta. Ecco quindi un programma ricchissimo di grandi propositi, di ottimi slogan elettorali ma privo di qualsiasi linea strategica. Così le domande sul taglio del cuneo fiscale: in quanto tempo? per chi? e soprattutto con quali risorse? Così le domande sugli stanziamenti a scuola, sanità e ricerca? Così le domande sulla politica estera al grido fuori dall’Iraq. Ovunque ambiguità dettata da indecisione prima che da strategia. Perché se c’è qualcosa di cui a detta di tutti questo governo è sprovvisto è appunto una linea politica chiara. Non si tratta qui di sapere esattamente con quali misure e in quale modo ma quali leve vuoi utilizzare per risollevare questo benedetto paese? Lo scotto di impopolarità che l’esecutivo sta pagando è uno scotto stupido perché in termini politici non porta da nessuna parte. Ben più lungimirante sarebbe stato per esempio sposare in pieno una linea riformista che senza toccare il sistema fiscale – che a detta dello stesso governo funzionerebbe bene – avesse spinto con forza sull’innovazione delle imprese e sulla ricerca. Magari alla maniera “sinistra”, cioè con contributi diretti anziché con agevolazioni o defiscalizzazioni, ma comunque in una direzione chiara scelta da chi, vinte le elezioni, sacrifica le istanze dell’ala massimalista puntando a soddisfarle semmai nei prossimi anni magari con un Pil migliore. Certo questa strategia avrebbe destabilizzato la maggioranza, con rischi conseguenti di tenuta parlamentare, ma dove conduce invece questo coricarsi sul conservatorismo sindacale? Da sedicente economista risanatore Tommaso Padoa Schioppa si è adattato al ruolo di ragioniere fallimentare. La ratio seguita è stata più o meno questa: l’azienda sta crollando, spartiamoci quel po’ di dividendi accontentando il nostro azionista con più peso – leggi sindacato – non certo con più voti. <a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/Prodiuf.jpg"></a></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Il problema politico di tenere insieme una maggioranza composita poteva in realtà essere risolto </span><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">alla radice con un programma sintetico e preciso. Piuttosto che autoproclamarsi salvatori della patria Prodi & Co. avrebbero dovuto prendere atto della estrema diversità delle posizioni all’interno del centrosinistra e individuare pochi punti precisi, perlomeno in politica economica, entro i quali il futuro governo si sarebbe mosso. Il metodo evidentemente era però troppo rischioso per chi come il premier aspirava ad occuparsi di affari più che di politica. Di qui l’accontentarsi di un solo mandato, sufficiente a stabilizzare nuovi potentati per i prossimi decenni, purtroppo sufficiente però anche a minare nelle fondamenta le speranze di un riscatto che il nostro Paese proprio oggi sarebbe pronto ad ottenere.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1160042073124025232006-10-05T11:47:00.000+02:002006-10-05T11:54:37.483+02:00Video Al Jazeera: l'attacco di un'araba all'Islam<a href="http://switch3.castup.net/cunet/gm.asp?ai=214&ar=1050wmv&ak=null"><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Qui</span></a><span style="font-family:verdana;font-size:78%;"> il dibattito, trasmesso da Al Jazeera, con l'intervento di Wafa Sultan, una psicologa arabo-americana di Los Angeles. Sembra che il link possa essere disattivato a breve nel frattempo può essere utile visionarlo. E' solo un punto di vista per carità ma è sempre molto interessante vedere quanto forte possa essere la discussione in questo momento nel mondo arabo.</span>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159889405494315782006-10-03T17:20:00.000+02:002006-10-03T17:30:06.326+02:00Da Paperinik a Topolanek<span style="font-family:trebuchet ms;font-size:78%;">Il premier conservatore ceco, Mirek Topolanek, ha chiesto oggi in una seduta del Parlamento a Praga la fiducia per il suo gabinetto di minoranza con il quale vorrebbe arrivare fino ad elezioni anticipate nei prossimi mesi.</span><br /><span style="font-family:Trebuchet MS;font-size:78%;"></span><br /><p><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/225px-Paperinik.jpg"></a></p><p></p><p></p><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/225px-Paperinik.0.jpg"><img style="CURSOR: hand" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/320/225px-Paperinik.0.jpg" border="0" /></a><a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/topolanek.jpg"><img style="CURSOR: hand" height="247" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/320/topolanek.jpg" width="211" border="0" /></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159799315953953012006-10-02T16:27:00.000+02:002006-10-02T16:29:24.386+02:00Giavazzi stupi(t)o?<span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Troppo ci sarebbe da scrivere sulla finanziaria preparata dai prodini. Ora voglio estrapolare soltanto queste poche righe dall’editoriale del solito Gavazzi comparso oggi sulla prima pagina del Corriere.<br /><br /><em>Tra le nuove entrate la Finanziaria iscrive 5 miliardi che deriverebbero dal trasferimento all'Inps di una quota del Tfr. Mi <strong>stupisce</strong> che il Consiglio dei ministri abbia firmato questo provvedimento che può apparire come un trucco contabile: si chiama entrata l'accensione di un debito verso i lavoratori dipendenti.<br /></em><br />Non m’interessa qui disquisire della mossa brillante con cui TPS, fino a ieri Solone di Francoforte, abbia iscritto come entrata gli accantonamenti previdenziali dei dipendenti. Piuttosto mi chiedo, volendo dare per scontata la buona fede di Giavazzi, a questi professori viene mai il dubbio di aver sparato cazzate? Quando si trattava di bacchettare il governo Berlusconi, Giavazzi non risparmiava severità oltremodo, dando per scontato che il centrosinistra al governo non avrebbe mai sbagliato un colpo nell’attuare la sua politica di rigore. Ora caro Giavazzi qualcuno come lei dovrebbe cominciare a riconsiderare la sicurezza di un tempo. <strong>Noi per esempio non ci stupiamo affatto</strong> per come il governo pensa di aggirare in vincoli europei. Piuttosto ci aspetteremo da lei la stessa severità che usa ancora oggi contro l’ex ministro Giulio Tremonti quando ricorda il “ricorso disinvolto” del precedente governo alla Cassa Deposito e prestiti. </span>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159519077081009792006-09-29T10:31:00.000+02:002006-09-29T10:37:57.536+02:00Presidente sorrida, l’Italia che cresce è berlusconiana<span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Cosa possa passare nella testa di un uomo che arriva al giro di boa dei settanta anni può saperlo solo chi settanta anni li ha vissuti sulla propria pelle, non certo io. Quello che invece so per certo è che l’uomo che oggi compie settanta anni e che risponde al nome di Silvio Berlusconi ha segnato la vita del mio Paese come pochi nella nostra storia. Sorrido in questi giorni quando vedo lo sconforto dei tanti amici sinistri per le poco esaltanti vicissitudini della maggioranza che li rappresenta. Tanti di loro hanno formato il proprio credo politico in questi anni di berlusconismo, sull’onda facile di una critica continua, massiccia, che non ha risparmiato nessun aspetto della politica del Cavaliere. Eppure oggi proprio sui loro volti io leggo ancora più forte di prima l’incidenza del suo governo, onorevole Berlusconi, sulla maturità democratica dell’Italia che verrà. Le sue uscite arrembanti e combattive hanno lasciato spazio ad un’Italia troppo vecchia che molti di noi credevano ormai superata. Ma se oggi suscita tanto imbarazzo il dilettantismo di Romano Prodi sulla stessa stampa che ne promosse l’avvento a Palazzo Chigi, questo è proprio per un inevitabile e forse anche inconsapevole raffronto che tutti, anche coloro che più l’hanno detestata, sono costretti a fare. L’avevo scritto l’indomani della sconfitta del 9 aprile. <strong>Berlusconi ha perso ma il berlusconismo è più forte di prima.</strong> Lo confermo oggi. Lì dove vedo come il berlusconismo non definisca semplicemente un carattere – il migliore - della nostra parte politica bensì indicchi un approccio alla politica inopinabilmente nuovo che ha ormai fatto breccia in tutti gli italiani. <strong>Una volta era uso credere che l’inafferrabile fosse il linguaggio naturale della classe politica, dei governanti del nostro Paese.</strong> Il parlare diretto era piuttosto indice di superficialità, di demagogia non certo di fine pensiero politico. La sua scelta coraggiosa di sporcarsi le mani nei luridi corridoi dei palazzi romani ha rotto quello schema, forse definitivamente. Io oggi so che al governo è tornato un gran bel pezzo di prima repubblica. Eppure al tempo stesso so che anche per i suoi più acerrimi avversari il suo stile resta un punto fisso col quale confrontarsi perché da lì veramente non è più pensabile tornare indietro. Quale che sia la sua prossima strategia politica presidente stia tranquillo, c’è la sua impronta profonda nel nuovo modo di pensare di questo Paese ora. Auguri presidente.<br /> </span>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159460615585980112006-09-28T18:20:00.000+02:002006-09-28T18:23:36.073+02:00Carote radicali<span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;"><em>Estratto dal Riformista del 27 settembre 2006, pag. 7<br /><br /><br />di Federico Punzi<br />Caro direttore, perché una sinistra che si direbbe laicista non riesce a dire un sì chiaro e forte all'eutanasia, neanche quando i sondaggi rivelano che la maggioranza degli italiani è favorevole?<br /></em><br /><br />Risposta: perché altrimenti che sfizio ci sarebbe ad inkulare i radicali dopo averne preso i voti?</span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159450528308277912006-09-28T15:31:00.000+02:002006-09-28T15:35:28.780+02:00Happy birthday mister president<a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/18%20Silvio%20Berlusconi%202.jpg"><img style="CURSOR: hand" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/320/18%20Silvio%20Berlusconi%202.jpg" border="0" /></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1159196953106291982006-09-25T17:08:00.000+02:002006-09-26T18:05:28.410+02:00Da Pannella a Nusco, un filo sottile<span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;"><br /><em>«Ciriaco tu ci dai il tuo apporto determinante, lo dico non per retorica ma sinceramente guardandoti negli occhi» ( oggi sul </em></span></span><a href="http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20060925&ediz=SALERNO&amp;amp;amp;npag=22&file=1APER.xml&type=STANDARD"><em><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Mattino</span></em></a><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:verdana;"><em>).<br /></em>E' lo slancio omoaffettivo (direbbe ACP) con cui Francesco Rutelli ha chiuso la Festa DL di Pontecagnano, consapevole che un intellettuale della Magna Grecia non può che apprezzare.<br /><br /><br />PS: Ciccio ma dopo Caorle e Pontecagnano le feste son finite?</span></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158672149994939962006-09-19T15:12:00.000+02:002006-09-19T15:22:30.520+02:00Ahmadinejad: l'integralista diplomatico<span style="font-family:verdana;font-size:78%;">A conferma di quanto scrivevo ieri il presidente iraniano ha colto l'occasione per mettere a segno ancora un colpo a suo favore. Da un lato pur da una posizione integralista si propone con forza come interlocutore inevitabile del dialogo col mondo musulmano. Dall'altro si allinea al messaggio più importante lanciato dal Pontefice nella visita in Baviera relativamente ad un riavvicinamento dell'occidente ai valori cristiani. Piaccia o meno questa è politica signori. </span><br /><br /><br /><span style="font-family:arial;font-size:78%;">PAPA: AHMADINEJAD ESPRIME "RISPETTO" PER BENEDETTO XVI (AGI/AFP) - Caracas, 19 set. - Usando un tono estremamente conciliatorio il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha espresso "rispetto" per Benedetto XVI e ha detto di apprezzare il fatto che abbia "modificato" le sue dichiarazioni di Ratisbona. Contraddicendo le dure condanne espresso ieri dal governo di Teheran e dalla guida suprema, l'ayatollah Ali Kamenei, Ahmadinejad in visita a Caracas ha detto di "rispettare il Papa e tutti quelli interessati nella pace e nella giustizia" e di "riconoscere che (il Papa, ndr) ha modificato le affermazioni fatte". Mentre tendeva una ramoscello d'ulivo il presidente iraniano ha colto pero' l'occasione per sottolineare le contraddizioni tra i valori cristiani delle nazioni occidentali e le guerre iniziate dagli stessi Paesi. "Tutte le guerre del XX secolo sono state provocate dai Paesi europei e dagli Stati Uniti", ha detto Hamadinejad, sottolineando soprattutto che l'amministrazione Usa non puo definirsi cristiana "perche' Cristo come tutti gli altri profeti di Dio era un profeta di giustizia e pace per l'umanita' ". </span><br /><br /><span style="font-family:arial;font-size:78%;">PAPA: AHMADINEJAD DIFENDE IL PONTEFICE, LE SUE PAROLE MALE INTERPRETATE Caracas, 19 set. (Adnkronos) - Il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad difende il Papa. Le parole che Benedetto XVI ha pronunciato a Ratisbona ''sono state male interpretate'', ha sottolineato il leader iraniano. ''Rispettiamo il Papa e tutte le persone che difendono la pace e la giustizia'', ha affermato inoltre nella conferenza stampa a Caracas con cui ha concluso la sua visita di due giorni in Venezuela. ''Tutte le guerre del Ventesimo secolo sono state provocate dai Paesi europei e dagli Stati Uniti. Una parte del governo americano si dice cristiana, pero' non lo e', perche' Cristo, come tutti i profeti di Dio, e' stato profeta di giustizia e di pace'', ha quindi concluso. </span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158661227298905762006-09-19T12:17:00.000+02:002006-09-19T12:20:27.730+02:00Dietro Schimtt le tentazioni consociative di Rocco<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Pur avendola successivamente affogata in un panegirico berlusconiano, la castroneria di Rocco Buttiglione, relativa al parallelismo Schimtt-Berlusconi, ha fatto emergere la sottile ma netta discriminante tra il berlusconismo e il democristianesimo. Con la sua maldestra citazione il presidente dell’Udc ha inconsapevolmente messo il dito infatti su quello che è un retaggio ancora vivissimo nei vertici del suo partito e che va sotto il nome di inciucio.<br />Intendiamoci la grossolana lettura schimttiana da parte di un filosofo prestato alla politica un po’ ci delude. Più che filosofo politico Carl Schimtt è un giurista e il suo concetto politico amico-nemico discende da un analisi empirica che lo porta ad individuare in questa contrapposizione la sintesi della politica. Quella di Schimtt è una definizione concettuale autonoma dal campo della morale, dell’estetica o dell’economia. Non v'è bisogno, scrive infatti Schimtt*, che il nemico politico sia moralmente cattivo, o esteticamente brutto; egli non deve necessariamente presentarsi come concorrente economico e forse può anche apparire vantaggioso concludere affari con lui. Il nemico è quindi semplicemente l’altro e questo essere altro da sé, dall’amico, giustifica nella visione schmittiana il ricorso anche allo scontro violento che non è peraltro in Schimtt un esito scontato del confronto. Quanto possa essere azzardato oggi riprendere questo pensiero politico maturato nella Germania degli anni ’20 appare comunque evidente. Lo stesso Schimtt** del resto considerò superata la sua definizione dinanzi alla constatazione che la guerra moderna era ormai sciolta dallo Stato, dalla difesa di un territorio, di una comunità ed era diventata guerra ideologica contro un nemico privato, non più hostis dunque ma inimicus.<br />Eppure al di là dell’inappropriatezza della citazione, il discorso di Buttiglione è un sintomo chiaro delle pulsioni consociative che fermentano nel suo partito. La contrapposizione tra le due linee che si sono sviluppate all’interno della Cdl non è infatti, come afferma il presidente dell’Udc, tra falchi e colombe, tra chi vuole a tutti i costi attaccare l’Unione e i fautori del dialogo. <strong>Il confronto è tra chi vuole restare fedele al mandato popolare di una dura e ferma opposizione e chi invece, nostalgico della prima Repubblica, vorrebbe riprendere un dialogo consociativo non nell’interesse del Paese ma nell’interesse di potere del proprio partito</strong>. Eppure Buttiglione sa che Forza Italia sostenne il governo D’Alema nella missione in Kosovo. Sa che in commissione Difesa la Cdl ha votato favorevolmente all’impegno in Libano. Sa insomma che i suoi alleati non retrocedono davanti alla responsabilità di sostenere scelte positive per l’Italia. Non solo. Buttiglione ha anche piena consapevolezza di quanto l’attuale maggioranza abbia risposto picche alla ricerca di dialogo costruttivo proposto dalla Cdl. Così è stato per le più alte cariche dello Stato, così è tuttora col rifiuto di riconoscere, anche ad urne chiuse, ogni minimo merito al precedente governo, sia sul fronte conti pubblici – nonostante l’aumento del gettito fiscale – sia sul versante della politica estera con i continui distinguo sulla missione in Irak. Ecco dunque caro Buttiglione che noi elettori di centrodestra - di Fi, An, Lega e come lei sa anche dell’Udc - facciamo fatica a non vedere nel suo ragionamento la malizia di chi vorrebbe preparare il terreno per salti futuri. Fatichiamo a capire perché lei non veda ciò che è sotto gli occhi di tutti e cioè che è la sinistra che dal novembre del ’93 ha trasformato Silvio Berlusconi in un nemico privato (inimicus) da distruggere. Se oggi Schimtt può conservare una propria attualità è proprio recuperando quel concetto di nemico politico come altro da sé, col quale confrontarsi e non necessariamente scontrarsi ma non certo inciuciare. Mantenere la Cdl su un confine preciso, definito e marcato dall’Unione non significa aspirare alla distruzione dell’avversario ma al rafforzamento della nostra identità – e quindi anche del bipolarismo - che sarà più forte, quanto più saremo in grado di essere qualcosa di diverso da questo centrosinistra.<br /><br /><br /></span><em><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">* Il concetto politico (1927)<br />** Teoria del partigiano (1963)</span></em>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158602876614304652006-09-18T20:06:00.000+02:002006-09-19T10:55:06.776+02:00Perché è giusto parlare con Ahmadinejad<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">A destra non dobbiamo imitare la pessima abitudine sinistra di criticare ogni cosa che fa l’avversario. Senza sapere ancora come si svolgerà e che esito avrà non posso non considerare positivo l’incontro che Romano Prodi avrà con il presidente iraniano Ahmadinejad. <strong>Quando non ha elementi per giudicare un vero liberale aspetta e guarda con interesse ad ogni passo diplomatico. </strong>Non si può escludere a priori il dialogo con l’Iran. Quindi mi spiace ma Sandro Bondi e chi con lui, fosse anche Silvio, critica questa mossa del premier sbaglia. Con il governo iraniano dobbiamo parlare, non di certo <em>inciuciare</em> ma parlare sì. Al di là della retorica, certamente condannabile, Ahmadinejad resta un personaggio chiave per recuperare un equilibrio nell’area mediorientale. Questo non significa trovare compromessi a qualsiasi costo. Ma semplicemente capire che margini di trattativa possono esserci. E chi si sdegna ricordi che la diplomazia è soprattutto questo.</span>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158342218869855922006-09-15T19:31:00.000+02:002006-09-15T19:54:25.706+02:00...e liberaci dalle lobby<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Era il titolo di prima pagina dell'Espresso l'indomani del decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Questa mattina Francesco Rutelli, in qualità di ministro per i Beni culturali, ha ufficializzato la nomina di Umberto Paolucci a presidente dell'Enit, l'Ente nazionale per il turismo. Paolucci è il fondatore di Microsoft Italia e attuale vicepresidente di Microsoft corporation e andrà a ricoprire un incarico in un dicastero particolarmente nevralgico in tempi di open source. Sono curioso di sapere cosa ne pensa di questa nomina Fiorello Cortiana, senatore dei Verdi e fiero nemico di Microsoft che durante la scorsa legislatura paventava continuamente collateralismi tra il governo Berlusconi e la società di Bill Gates. Non è qui in discussione il valore di Paolucci come manager in grado di far bene anche nel pubblico, resta però l'inopportunità di questa nomina mentre a Bruxellese la Kroes, commissario alla concorrenza, sta mandando avanti un duro scontro col colosso americano perchè paghi a multa inflitta nel marzo del 2004 per abuso di posizione dominante. Quando si dice: conflitti d'interesse...</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158337560676799032006-09-15T18:25:00.000+02:002006-09-15T18:38:37.226+02:00Santoro manda la Borromeo a scoprire il degrado in visone<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">L'ottimo </span><a href="http://harry.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=984293"><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">harry</span></a><span style="font-family:verdana;font-size:78%;"> descrive mirabilmente lo spregevole servizio pubblico di Michele Santoro che con la sua chioma punta decisamente a diventare la nuova Carrà di mamma Rai. Io mi limito a segnalare la grottesca scena con cui la bella Borromeo s'improvvisa reporter d'assalto negli scantinati cinesi col suo splendido collo di visone. Ed io non posso non pensare alla foto di Oliviero Toscani per la campagna animalista nella quale la testa di una maiala è avvolta in una pelliccia.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158332023520960322006-09-15T16:43:00.000+02:002006-09-15T18:33:10.453+02:00Poppopo...provera;)<a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/prodi06p.jpg"><img style="CURSOR: hand" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/320/prodi06p.jpg" border="0" /></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1158234890396995442006-09-14T13:53:00.000+02:002006-09-14T13:54:50.746+02:00Stasera Anno Zero della I Repubblica<div align="left"><span style="font-family:verdana;font-size:78%;"><br /><strong>Se perdi il lavoro non cercarne un altro ma piangi finquando non lo riavrai.</strong> È questo il significato più triste che la love story tra Rai e Michele Santoro indirettamente ma decisamente ci trasmette. Da sempre il servizio pubblico ha avuto i suoi martiri estromessi dall’alternanza delle correnti politiche di turno. Spesso la rimozione è avvenuta a dispetto del consenso televisivo che il giornalista aveva saputo conquistare. Ma vi è una differenza fondamentale. Gianfranco Funari, Oliviero Beha, Massimo Fini e gli stessi Enzo Biagi e Luttazzi ed oggi Clemente Mimun, dopo essere stati ostracizzati si rimboccarono le maniche e forti della loro professionalità cercarono fortuna altrove. Michele Santoro no. Come i rampolli di famiglia viziati ha cominciato a fregnare, manco il suo caso fosse il primo della storia televisiva italiana. Quello che sdegna nell’affaire Santoro non è il suo reintegro ma l’atteggiamento col quale ha ottenuto il giocattolo che tanti suoi colleghi altrettanto meritevoli non avranno mai. Riesce difficile infatti comprendere le difficoltà nel trovare una nuova collocazione per un professionista dell’informazione che ha avuto la capacità, ma anche la fortuna, di lavorare per oltre dieci anni nella prima serata della Rai. Invece il viziato ha cominciato a piangere, ottenendo dal suo partito di riferimento una poltrona a Strasburgo con l’obiettivo semplicemente di avere un nuovo palchetto dal quale piagnucolare ancora. Stasera ritorna. E come i ragazzini per la vittoria della loro squadra del cuore, Santoro ci regala il suo crin dorato. Giustizia è fatta Michelino, hai di nuovo il pane quotidiano. Povera Italia.</span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1157711756958377352006-09-08T12:24:00.000+02:002006-09-08T12:38:20.776+02:00Francazzismo sessantottino, un mito imbecille<p> </p><p><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Secondo Sergio Romano (su Panorama) sarebbe ora che anche in Italia si aprisse un dibattito sugli effetti deleteri del '68. Ma qui da noi non vedo Sarkosy all’orizzonte. Ed è difficile immaginarsi un simile passo con questa maggioranza per cui quel periodo rappresenta ancora un sancta sanctorum inattaccabile.</span></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1157710052363124862006-09-08T11:53:00.000+02:002006-09-08T14:50:31.696+02:00Bionda, bella bionda<a href="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/1600/santo.jpg"><img style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/1752/1191/200/santo.jpg" border="0" /></a><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Michele Santoro ritorna in TV e per l'occasione sfoggia il suo nuovo look biondo. A fargli compagnia ci sarà anche Beatrice Borromeo, che non è semplicemente la nipote di Marta Marzotto (come scrive oggi il Corriere) ma la cognata di John Elkaan. Bentornato a questo giornalista di sinistra pronto a far le pulci ai poteri forti. </span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1157637437394563062006-09-07T15:49:00.000+02:002006-09-07T15:58:44.006+02:00Preghiera per la notte bianca<span style="font-family:verdana;font-size:78%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">San Peroscopo ti prego, siamo ancora in tempo per regalarci ancora una notte bianca inzuppata. Ancora in tempo perchè il cielo rida delle kazzate fino alla <em>scoperta dell'alba</em>.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1157636759414720762006-09-07T15:43:00.000+02:002006-09-07T15:48:34.580+02:00Follini scoreggia ancora<span style="font-family:verdana;font-size:85%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Boccuccia a culo di gallina torna a sparare cagate. Oggi sul </span><a href="http://www.radicali.it/view.php?id=69180"><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Corriere</span></a><span style="font-family:verdana;font-size:78%;"> manifesta il suo dissenso per l’editoriale con cui Sergio Romano richiamava Silvio Berlusconi ai propri doveri di leader dell’opposizione. Per quanto gli bruci ancora – e solo il cielo sa quanto possa bruciare il culo di una gallina – Marco Follini dovrebbe finalmente realizzare che la rimonta della Cdl avvenne proprio quando Silvio mandò a quel paese gente ambigua come. Marcuzzo ancora vaneggia di un centrodestra inesistente, di poli da rifondare senza avere peraltro il coraggio di parlare apertamente del suo progetto centrista che prevede la riunificazione dei dioscuri e la discesa di un altro saccente come Mario Monti. Ma chi è questo carneade democristiano? Come osa dettar legge all’unica persona in grado in questi anni di tener testa al regime della sinistra?</span>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-13515655.post-1157542123433538342006-09-06T13:15:00.000+02:002006-09-06T15:13:34.566+02:00Solo Silvio può rigenerare Forza Italia<span style="font-family:verdana;font-size:85%;"></span><br /><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Fin troppo scontato parlare ora di quello che non va in Forza Italia. Fin troppo facile a conti fatti individuare ora cause e responsabilità. Dov’erano tutti questi maghi dell’organizzazione politica quando un anno e mezzo fa la sconfitta del centrodestra sembrava già segnata? Ora tutto d’un tratto si riscopre l’importanza, direi la crucialità, di rilanciare la discussione, di dare slancio a nuove energie.<br />Il punto dal quale partire non può non essere il risultato del 9 aprile e la maratona berlusconiana che l’ha prodotto. Nonostante il folle disinteresse per la comunicazione politica protrattosi durante l’attività di governo, dal dicembre del 2005 al marzo 2006, abbiamo assistito a quattro mesi di rimonta esaltante che solo per qualche stupida disattenzione non ha raggiunto l’obiettivo di una nuova vittoria. Se dunque da sempre ho gridato a Silvio di Convincermi a Non farmi astenere più perché tutt’intorno a lui era un affollarsi di piccoli uomini, ora non ritengo fruttuoso far finta di partire da zero. <strong>Partiamo invece dal 9 aprile, ma non per crogiolarci di un consenso consolidato al centrodestra.</strong> Partiamo dal 9 aprile per capire cos’ha risvegliato il sostegno degli italiani al centrodestra e su quell’onda lunga che possiamo ritrovare nuova linfa.<br /><br />Il ruolo di Silvio Berlusconi resta fondamentale, non perché lo voglia lui o lo desideri io, ma perché il centrodestra italiano nasce intorno a questa figura. Ma ora possiamo ancora scommettere sul Cavaliere a Palazzo Chigi nel 2011? Io avrei più fiducia in un Berlusconi che sceglie di tuffarsi anima e corpo nella rigenerazione di Forza Italia. Lo ha scritto anche l’Elefantino. Io non voglio un domani in cui un Berlusconi svuotato e poco ascoltato non incida sul futuro del centrodestra. Io voglio un centrodestra disegnato innanzitutto da Berlusconi. Come? Partendo dal partito. Dal suo partito. Il più forte in Italia da 12 anni. Cosa manca a Forza Italia oggi? La spinta di giovani appassionati di politica. Costruire un partito con pezzi da novanta della società è stata una scelta vincente, oltre che obbligata nel ’94. Ma oggi dopo dodici anni può il primo partito rinunciare ad allevare i propri leader? Eppure, come ha scritto </span><a href="http://krillix.ilcannocchiale.it/"><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">Krillix</span></a><span style="font-family:verdana;font-size:78%;">, intorno vediamo solo le solite facce da manifesto, in giacca e cravatta, che circondano il potente di turno, alternandosi su palchi e palchetti. Chi in questi anni si è avvicinato a Forza Italia illudendosi di trovare la forza e la semplicità di Berlusconi ripetute nelle sezioni di partito, ha scoperto grigiore, silenzi, e-mail mai consultate, e qualche sagoma perfetta per piazzare aspirapolveri. Ma i sorrisi smaglianti non possono coprire il vuoto di idee e di passione. <strong>Allora un Cavaliere che riprende saldamente le redini di Forza Italia non è un ripiego. È una scelta obbligata.</strong> I quadri del partito mancano di quelle stesse qualità “giovani” che hanno permesso a Silvio di stracciare i 7 punti di vantaggio che l’Unione aveva nel novembre del 2005. Entusiasmo e capacità di coinvolgere. Silvio deve far sì che il suo modo di far politica entri nel dna di Forza Italia e prevalga su tutte le correnti. <strong>Perchè il solo modo per assicurare un futuro all'elettorato di centrodestra è dargli come identità il suo stile, sfacciato, ambizioso, riformatore e rivoluzionario.</strong></span><br /><strong><span style="font-family:Verdana;font-size:78%;"></span></strong><br /><span style="font-family:Verdana;"><span style="font-size:78%;"><span style="font-family:georgia;color:#ff0000;">Update. </span><strong>Da orticaria quanto scrive oggi Sandro Bondi sul </strong></span><a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=116471"><strong><span style="font-size:78%;">Giornale</span></strong></a><span style="font-size:78%;"><strong>.</strong> Questo pessimo abate della chiesa comunista tra gli artefici del vuoto di Forza Italia ora ha anche il coraggio di rivendicare di aver aperto il dibattito all'interno del partito. Ma che idea brillante sandrino! Aspettiamo con ansia il tuo sermone dal palchetto di Gubbio, sicuramente ricco di scenari apocalittici da cui solo tu potrai salvarci. Ed io potrò tornare ad astenermi.</span></span>Unknownnoreply@blogger.com0