21 novembre 2005

Il liberismo cinese copra le rughe dei nostri cervelli

Rinvio tutti i grandi economisti che s’indignano quando si parla di anti-dumping all’articolo di Filippo Facci pubblicato oggi dal Giornale. Lasciando da parte il pur preminente discorso etico un dato emerge ancora una volta incontrovertibile: la Cina sta facendo la parte del leone nel libero mercato senza avere nessuna carta in regola per parteciparvi. La straordinarietà della sua crescita, possibile soltanto grazie allo sfruttamento indiscriminato delle sue risorse umane, è una straordinarietà che non è prevista nelle teorie liberiste che sono proprie di paesi democratici. Alla disinvoltura con cui i cinesi continuano a violare i fondamentali diritti dell’uomo fa da contraltare il rigore con cui noi italiani teniamo fede a delle regole che non rappresentano un Verbo ma solo uno paradigma di sviluppo. Così mentre la nostra economia subisce lo shock del passaggio da una produzione tirata dalla svalutazione ad una rallentata dalla giusta e sacrosanta pesantezza dell’euro, mentre il nostro tessuto imprenditoriale è colpito passo dopo passo nei settori a basso e medio tasso tecnologico - trainanti nel nostro Paese - noi custodi ortodossi di Smith e Ricardo, come un popolo di Jacoponi da Todi accettiamo di essere stretti da un uso improprio della concorrenza e del libero mercato. Accettiamo quindi cari liberisti che le nostre donne coprano le loro rughe col collagene dei condannati a morte dalla mirabile Repubblica Popolare perché: business is business, right?

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi lo sfruttamento nelle fabbriche indonesiane da parte di Nike come andrebbe bollato? Quello va bene?
O di moltissime altre multinazionali (adidas, reebok ecc.) che fondano la loro ricchezza sulla manodopera a basso costo nei paesi del sud del mondo. Quelli vanno bene?

Com'è che Filippo Facci s'interessa dell'argomento solo oggi? Mi risulta che la popolazione cinese è sempre stata sfruttata a vantaggio dell'industria tessile (e non solo). Quando i cinesi producevano, e vendevano alle multinazionali a prezzi stracciati nessuno diceva niente, ora che vanno direttamente al consumatore s'incazzano tutti? Che ipocrisia.
Il primo ministro cinese l'ha detto: smettetela di fare i bambini, il 50% di cose che esportiamo in Italia sono fatte da aziende che vengono a costruire qui perchè le avete sovvenzionate VOI, ma cosa state dicendo?

Perciò invece di esportare là le nostre aziende faremmo bene ad esportare i nostri DIRITTI CIVILI, se il Wto, o la Banca Mondiale facessero uno straccio del lavoro che dovrebbero fare.

ot - ma c'è ancora gente che leggere Il Giornale? per quanto mi riguarda è morto da quando hanno cacciato Montanelli. - ot

Massimo ha detto...

Le fabbriche indonesiano della Nike sono di gran lunga superiori, per la qualità della vita lavorativa che vi si svolge, delle fabbriche indonesiane dell'Indonesia, cinesi della Cina, vietnamite del Vietnam ...

Montanelli se ne volle andare, Berlusconi non ha mai cacciato nessuno: purtroppo !

Se dobbiamo esportare qualcosa in Cina, sarebbe meglio esportare la triplice sindacale: così si risolve subito il problema della loro crescita economica ... ;-)

Federico ha detto...

Monsoreau hai fatto caso che questi non riescono mai a ribattere sui temi proposti ma hanno sempre bisogno di sviare su altre cose? Io parlo del problema dell'ipersfruttamento in Cina e mi si replica con un: in Indonesia la situazione è più grave. Ma che c'entra? e poi come si fa a pensare che esportare i diritti civili in Cina sia la stessa cosa che aprire aziende italiane?

Anonimo ha detto...

Monsoreau

Le fabbriche indonesiane della nike non sono superiori a niente come condizioni di lavoro. A parte che gli operai nike prendono 3/10 (tre decimi) dell'1% del prezzo di vendita del prodotto. Sono documenti che la nike stessa ha diffuso in una sorta di mea culpa nel 1997. E oltre al salario si parlava di sfruttamento, discriminazione, lavoro minorile e altro. Quindi..non diciamo cazzate :)

ot- E Montanelli è stato cacciato. E se non vuoi credere a Montanelli o ai giornalisti che hanno assistito all'irruzione di Berlusconi in redazione promettendo "munizioni" se i giornalisti avessero assunto una linea filo-governativa, beh..fidati almeno di Feltri, che in una vecchia puntata de Il Raggio Verde ha confermato la versione Montanelliana, sicchè..se lo dice feltri...

Federico

ma tu scrivi cose ovvie: "lo sfruttamento dei cinesi è sbagliato". Devo ribattere su questo?
Ma mica lo sfruttamento dei cinesi è cominciato ieri. Io ho semplicemente sottolineato l'ipocrisia dell'italia che finchè non viene danneggiata dallo sfruttamento della manodopera cinese sta in silenzio (tu, Il Giornale e tutti gli altri), quando il pericolo si avvicina tutti a sparare sui cinesi, quando gli italiani stessi ne sovvenzionano le fabbriche.
Quindi c'entra eccome, è anzi questo il problema principale del discorso.
Non ho detto che esportare i diritti civili sia la stessa cosa che esportare aziende (che senso ha?), te lo sei inventato tu; ho semplicemente detto che faremmo bene a pensare di muoverci (se ci sta veramente a cuore lo sfruttamento) facendo pressioni sul Wto, o su enti governativi -e non- invece di arricchirci noi stessi a danno degli sfruttati.

Federico ha detto...

Uffa Cristian. L'argomento del post era: fino a che punto si può accettare supinamento questo liberismo con gli occhi a mandorla senza batter ciglio? ergo tutte le iniziative di cui tu parli a favore di una Cina più rispettosa dei diritti umani sono condivisibili; semplicemente non mi sembra così mostruoso che in una situazione di emergenza nel breve periodo lo Stato, ma sarebbe meglio l'Europa, tuteli le nsotre imprese che pagano non solo lo scotto di una moneta pesante e di un costo del lavoro più alto ma anche il rispetto di una serie di misure di previdenza che Pechino neppure sa dove stanno di casa. Il discorso se vuoi lo possaimo tranuqillamente estendere anche all'Indonesia e alla Nike mi sta benissimo. Resta un punto: non è giusto penalizzare chi ha costi più alti perchè fornisce garanzie ai propri dipendenti!

Anonimo ha detto...

Ma l'argomento del post era...
Bisogna andare a fondo alle notizie e sottolineare, in casi come questi, delle questioni fondamentali da dire e soprattutto da sapere PRIMA di affrontare il problema.
E' come se tu facessi un post (caso estremo) su "come scuoiare un uomo" e io scrivo: "no ma scuoiare un uomo è sbagliato" e tu mi rispondi "ma che c'entra? attieniti al post, stiamo parlando delle modalità di scuoiamento!".

E' paradossale ma è così, è facile scrivere cose ovvie, è interessante invece cercare dalle notizie le contraddizioni e cosa c'è ALLA BASE di quella vicenda.

Federico ha detto...

ma andando a fondo alla vicenda tu che trovi? che è forse colpa dell'occidente se questi usano ir esti dei condannati a morte per fare il collagene? o se schiavizzano i lavoratori per produrre di più e a basso costo? cmq ok io ho un cervello ristretto per i tuoi voli pindarici ma perchè non rispondi al quesito di base che non è affatto scontato. E' abominevole che alziamo le abrriere ai prodotti di una certa economia? è sconsiderato pensare di difendere le nostre aziende che giustamente rispettano tutti i diritti dei lavoratori? la crescita della cina certo non è riconducibile solo a queste questioni e sono consapevole della necessità di preferire la competition aperta ma ci sono dei paletti che l'etica di uno stato civile imporrebbe di rispettare al di là dei vantaggi economici più o meno derivanti.

Anonimo ha detto...

si federico, è sconsiderato alzare barriere quando il 50% di cose che la cina esporta in Italia sono fatte da aziende che costruiscono lì perchè sovvenzionate da ITALIANI. E' l'opportunismo più gretto è meschino, prima sfruttiamo i cinesi, e quando i cinesi si liberano di noi e vendono direttamente al consumatore alziamo barriere. Complimenti. L'italia ora deve solo stare buona e subire, coerentemente con la sua politica capitalistica e irrispettosa. Tutto il resto è ipocrisia.

Sul fatto dello sfruttare siamo tutti d'accordo, a parte quelli che continuano a comprare prodotti fatti da multinazionali criminali, cioè gran parte del settore tessile.

Federico ha detto...

questa è bella ora dovrei sentirmi responsabile perchè il mio Paese sfrutterebbe i cinesi...perchè l'Italia aiuta lo sviluppo della Cina con l'apertura delle nostre imprese lì...lasciamo stare, diciamo pure allora con Diliberto che la Cina è un modello da imitare per un mondo migliore!

Anonimo ha detto...

Non ho parole: prima ti indigni per lo sfruttamento nei confronti dei cinesi e poi dici che l'Italia "aiuta lo sviluppo della Cina con l'apertura delle nostre imprese lì"..

Ma allora diciamolo una volta per tutte: se ci fanno guadagnare va bene, se sono da ostacolo alla nostra economia non vanno più bene. Non c'entrano i diritti umani, è un fatto di soldi. Almeno ammettilo..bah

Io non so se qualcuno ti paga per scrivere questa roba, però è triste che ragazzi leggano certe cose e magari si fanno influenzare da certi pensieri.

Federico ha detto...

non ho parole