13 ottobre 2005

Mastella che viene, elettore che va

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Presidente non si lasci ingannare dalla sirene dei centristi dell’opposizione per i cacciatori di poltrone i valori in comune sono solo distintivi intorno aL quale costruire un’identità. Se poi il suo invito alla Margherita e all’Udeur è solo una tattica per sedurre il loro elettorato lasci perdere lo stesso. Veramente crede che chi votA il Campanile voglia sostenere un’idea politica? E la Margherita? Lasci stare anche loro Presidente, avrebbe mille e mille Follini che le rompono le scatole ogni giorno, mille e mille più volte dell’Udc e le assicuro in quel caso non avrebbe più la mia comprensione.
Piuttosto presidente mi ascolti: a farle guadagnar voti non è lo spauracchio della falce e martello che continua ad agitare ma l’alternativa a 50 anni d’immobilismo democristiano che la Cdl propone.
I valori di questa gente non sono che il potere, le clientele, gli appalti e le amicizie da onorare. Vogliamo uniformarci in queste persone? Il successo del centrodestra sta nell’aver dato agli italiani una alternativa convincente ai parassiti della prima repubblica e ai giustizialisti rossi. Quest’alternativa non condanna la vecchia classe politica nei tribunali ma nell’analisi storica dei risultati raggiunti dal punto di vista economico e sociale.
Lei presidente Berlusconi lamenta ogni volta la palla al piede del deficit causato dalle allegre finanze degli anni ottanta e poi che fa? Invita le mani bucate nella nostra casa?

Da Rifondazione lezione di buon senso ai “moderati” dell’Unione

Vi segnalo questa illuminante dichiarazione di Claudio Grassi, deputato di Rifondazione, raccolta dall’Ansa. Alla faccia di chi si riempie la bocca di moderatismo e accusa di estremismo che ha posizioni diverse dalla proprie.

GRASSI (PRC),PENOSA DIFESA UNIONE MAGGIORITARIO (ANSA) - ROMA, 13 OTT - ''Dal dibattito in corso in Parlamento sulla legge elettorale, emerge una Unione penosamente abbarbicata a difesa di un sistema elettorale, quello maggioritario, che si e' dimostrato fallimentare, antidemocratico e truffaldino''. Lo afferma Claudio Grassi, coordinatore dell'area dell'Ernesto, la principale componente di minoranza del Prc. ''Con l'attuale legge maggioritaria - ricorda Rifondazione Comunista con il 6% dei voti ha 14 eletti, l'Udc con il 3,2% oltre 70. Invece di denunciare questo scandalo, abbiamo ascoltato da parte di Prodi in piazza del Popolo e negli interventi dell'Unione alla Camera, sperticate lodi per il maggioritario, che andrebbe addirittura rafforzato''. Inoltre, per Grassi, ''sentire i segretari dei partiti di centrosinistra sostenere che bisogna respingere il proporzionale perche' in questo modo i candidati verrebbero decisi dalle segreterie dei partiti, fa cadere le braccia. Perche', adesso le candidature nei collegi sicuri le scelgono per caso i cittadini? Sono argomenti penosi''. ''Anche la sinistra alternativa, presente nell'Unione, ha perso un'occasione. Bisognava distinguersi da questa linea difensiva e filo-maggioritaria dei vari Rutelli, Prodi e D'Alema. Si poteva e si doveva - conclude Grassi - contrastare il progetto del Polo rilanciando contemporaneamente una proposta di legge elettorale proporzionale con sbarramento e senza premio di maggioranza''.

12 ottobre 2005

Prodi: l’uomo che ce la può fare

Conosco un uomo che ce la può fare. Era il pensiero che mi tormentava ieri notte quando distratto e assonnato dopo una giornata a caccia di franchi tiratori cercavo il plaid sotto le gambe da tirare su. Ma niente. La voce del profeta rinnegato in patria – leggi Enzo Biagi – mi martellava costringendomi a dare un occhio all’esordio di Chiambretti, all’intervista che avrebbe rivolto al “probabile” presidente del consiglio per la 15a legislatura dell’Italia repubblicana, sicuro che, lontano da Rai e Mediaset, l’uomo che ce la può fare avrebbe avuto modo di farcela a dare un’immagine degna delle sue aspirazioni. Ed invece chance persa ancora una volta dal mortadella-boy con Chiambretti disperato a dargli lezioni di comunicazione politica, ad invitarlo a non diventare la caricatura di sé stesso, bofonchiando, affogando la voce nei sospiri, prendendo sul serio anche le prese per il culo più palesi di Pierino, manco fosse una matricola appena reclutata in caserma. È quella Tv che ti diverte finquando non pensi che abbiamo bruciato così una presidenza di commissione Ue, con uno che farfuglia per convincerti come guidava l’Iri a 41 anni senza raccomandazione, che rifugge dal riaffermare il suo sì ai Pacs, che sbianca come una ottantenne bigotta quando gli ricordano le corna di Silvio a Madrid. Ha paura di tutto quest’uomo, di qualsiasi domanda che non siano applausi in piedi per ore, è la bruttissima copia di un sergente democristiano (ricordate il mitico sergente Garcia di Zorro?), che cercando di evitare la parola di troppo s’incarta da solo nella sua fumosità.
Illuminante l’ultima battuta quando sul rapporto tra Berlusconi e De Gasperi, sussurrava di aver letto che quest’ultimo confondeva milioni e miliardi e pertanto certamente non rubava. Speriamo Romano sia per questo che hai confuso la lira con l’euro quando ci hai regalato quel triste cambio, sarebbe una magra ma pur minima soddisfazione. Resta la realtà nell’epoca della politica interattiva di un candidato premier senza forza mediatica e allora capisci perché tutta l’aula di Strasbrugo si spellava le mani quando quest’uomo che ce la può fare alzava i tacchi dalla commissione Ue.           

11 ottobre 2005

Berlusconiadi/5: Tecniche di rimonta

L’affanno dell’opposizione tesa come se stesse lì lì per perder tutto il vantaggio accumulato in questi ultimi due anni è un buon segnale. Il centrodestra può in questo momento rilanciarsi con una politica lineare e compatta dentro le istituzioni e nell’opinione pubblica. Le carte su cui puntare sono numerose e su tutte il Polo ha il dovere di puntare senza trascurare alcun aspetto. I nodi da sciogliere sono innanzitutto in Parlamento. Alla Camera e al Senato la maggioranza può in questi mesi cruciali ribaltare la sensazione ancora troppo diffusa di una scarsa incisività dell’attività legislativa di questi anni. Risparmio, sistema elettorale, riforma costituzionale, sono i tre campi su cui dare battaglia per un approvazione non solo rapida ma efficace di questi provvedimenti. Insieme alle riforme delle pensioni, dell’istruzione e delle opere pubbliche si traccerebbe così un quadro completo di riforma delle basi del nostro Stato, ottimo punto di partenza per una campagna all’insegna del “dopo le fondamenta le mura maestre del rilancio”. Soltanto una continuità di governo può infatti valorizzare gli sforzi che il Paese, pur tra mille difficoltà, ha fatto in questi anni di congiunture internazionali critiche e di shock economici strutturali. La corsa da affrontare non è sull’opposizione ma sulla credibilità delle proprie competenze e dei propri obiettivi, sulla rivoluzione silenziosa che l’Italia sta compiendo dopo anni in cui le stanze dei bottoni si erano allontanate sempre di più dalla società. Questa classe dirigente deve mostrare la convinzione del salto di qualità realizzato dalla capacità di governo dell’ultima legislatura. Dopo i governi Berlusconi del 1994, Dini, Prodi e D’Alema il sistema politico italiano si va finalmente assestando su una stabilità sempre maggiore che permette agli elettori di individuare una squadra politica ben precisa, responsabile chiaramente nel bene e nel male dell’andamento sociale ed economico del Paese. Chi ribatte che i governi dc della prima repubblica, pur nella varietà dei protagonisti, avevano in fondo una intrinseca stabilità, mette in realtà in luce la debolezza più grave di quel sistema politico consistente proprio in quest’atteggiamento fumoso, subdolo, di tenere il potere senza assumersene la responsabilità.