11 gennaio 2006

Dalla finanza rossa del centro-nord alla mala rossa del sud

C’è poco da godere e molto da riflettere dalla lettura di questo articolo apparso oggi sul Cs e che riassume bene l’ingarbugliata vicenda che ha coinvolto gli ultimi 15 anni di amministrazione comunale a Salerno.


Bassolino apre il caso Ds a Salerno: gravi ipotesi di reato
SALERNO - Stretta di mano tra Antonio Bassolino e Vincenzo De Luca, decine di flash, evento che fa notizia, tipo Bartali e Coppi, Bernini e Borromini, anche se stavolta i protagonisti stanno dalla stessa parte, ds della Campania. La scena è la sala «Scozia», ospedale San Leonardo, Salerno. Bassolino, sindaco simbolo del «rinascimento napoletano», ora governatore della Regione, è venuto ad insediare un nuovo manager, che prende il posto di Domenico Pirozzi, quello che De Luca, sindaco simbolo del «riformismo salernitano», aveva definito «supercafone». De Luca, lo scorso ottobre, parlò inoltre di battaglia perduta contro la camorra, di emergenza rifiuti, di una «nuova tangentopoli in arrivo» e ce l'aveva con Bassolino. Ieri celebrava la sua vittoria contro il manager «uscito da una sceneggiata di Mario Merola», allo stesso tempo viveva la sua sconfitta poiché nella nuova tangentopoli, per ora, c'è dentro lui. Indagato, dopo Natale, per concussione su una storia edilizia, assieme al sindaco che ha preso il suo posto, Mario De Biase, già suo segretario. Indagato, con De Biase, per aver fatto dimettere l'assessore all'urbanistica, ds. In più, un consigliere comunale ds arrestato (ora scarcerato) per rapporti con la camorra, un assessore comunale ds dimesso per le accuse di un pentito e un procuratore inquisito per aver violato il computer del capo, al fine di acquisire notizie su questa clamorosa inchiesta. Dopo la stretta di mano, a denti stretti, De Luca, oggi deputato, va via veloce. Bassolino, invece, parla. Innanzitutto, non è giusto dire che i ds sono sotto accusa a Salerno e a Roma: «A Roma la questione Unipol non ha, neanche lontanamente, risvolti penali». A Salerno? «Qui ci sono ipotesi di reato gravi. Il pm ha chiesto l'arresto per l'ex sindaco e il sindaco, il gip ha ritenuto che non ci fossero le condizioni, pur rilevando l'esistenza di indizi seri». Ma bisogna distinguere fra giustizia e politica: «A Napoli abbiamo varato, dopo dieci anni, il piano regolatore, qui si è scelto di procedere per varianti e con le varianti c'è il germe del rischio...». E adesso? «Bisogna correggere, cambiare il rapporto fra istituzioni e città, fra coalizione e città, fra partito e città. In questi anni sono mancati gli anticorpi». Vanno tenuti fuori gli indagati dalle liste elettorali? «Credo che l'Unione si debba dare regole chiare, valide per tutti i partiti». Il sindaco De Biase dice che si è sentito solo in questi giorni... «Ma con tutti i casini che ci stanno a Salerno come si fa a dire che è la Regione che boicotta?». Tutti i casini? De Luca è laureato in filosofia, è stato sindaco dal '93 al 2001, ha portato Salerno all'attenzione nazionale. Affidò il nuovo piano regolatore della città ad Oriol Bohigas, l'architetto-star che ridisegnò Barcellona, addirittura, ma quel piano, costato milioni di euro, non è mai stato approvato. Si procede invece con varianti al vecchio piano, case popolari in zona Picarielli, ville al Masso della Signora, Parco Acquatico, al quale doveva partecipare una società vicina a Emilio Gnutti. Il progetto poi si trasforma in una centrale termoelettrica e qui ex sindaco e sindaco sono accusati di aver chiesto a chi doveva realizzarla di fare, in cambio, opere pubbliche e di tener conto di segnalazioni di ditte. De Luca ora dice: «Anziché attendere che il piano venisse elaborato, lo anticipavamo...». Poi, c'è la questione della «movida», vita notturna. I ds arruolano Vincenzo Bove, organizzatore di feste, lo fanno eleggere in Comune, gli affidano il settore. I magistrati lo accusano di associazione camorristica e usura. Poi c'è l'assessore allo sport e servizi sociali, Nino Savastano, ds, di cui i pentiti raccontano i rapporti col clan D'Agostino. Dimesso, senza avvisi di garanzia. De Luca ora parla di una «fase di stanchezza», dice che «noi ds siamo l'espressione della questione morale, ma anche della capacità di fare». Dice che ringrazia la magistratura «per averci aperto gli occhi sulla delinquenza organizzata», che sono stati fatti errori, che occorre rigore. «La Voce della Campania», aggressivo mensile, scrive che è finita la «Salerno da bere». Nella classifica del Sole 24 ore Salerno è ultima, fra le province italiane, per il tenore di vita. Bassolino e De Luca, al momento, paiono costretti a camminare affiancati, onde non bruciare la casa comune. Andrea Garibaldi

1 commento:

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