24 agosto 2005

Berlusconiadi: verso le politiche 2006 col bipolarismo nel sangue

Ci siamo. Il giro di boa ferragostano apre sulla politica interna la vista sulla campagna per le politiche del 2006. Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano rappresentano una tappa importantissima nella storia politica del nostro Paese. Per la prima volta gli italiani saranno chiamati a giudicare i risultati di una classe politica che ha governato ininterrottamente per un’intera legislatura. Ricambi in corsa a parte, i governi Berlusconi rappresentano infatti un unicum nell’esperienza della nostra democrazia che per la prima volta non ha visto Palazzo Chigi teatro del consueto valzer di inquilini. Non è tutto. L’ultima legislatura ha visto anche il consolidarsi di una costante opposizione da parte del centrosinistra che potrebbe verosimilmente guidare l’esecutivo dopo il prossimo rinnovo delle camere. Lo sforzo dei leader dell’opposizione nel parlare con un’unica voce ha dato concretezza a quello che gli inglesi chiamano shadow government e che, più di ogni alchimia elettorale, rappresenta la migliore garanzia per una democrazia dell’alternanza. Anche se questo processo si era già innescato in Italia con la vittoria dell’Ulivo nel 1996 e con un Polo continuamente ad incalzare gli esecutivi Prodi e D’Alema, è infatti in quest’ultima legislatura che il bipolarismo made in Italy ha assunto una fisionomia più stabile con una maggioranza e un’opposizione che, al di là delle fibrillazioni interne - fisiologiche in un sistema storicamente partitico - hanno mantenuto una sostanziale omogeneità.
Gli italiani potranno ora valutare come credono l’operato dei governi Berlusconi: l’opposizione accuserà la Cdl di essere responsabile della stagnazione economica e della perdita di competitività del Paese; la maggioranza tenterà di parare questi fendenti spiegando la particolare congiuntura internazionale che ha frenato la ripresa dell’Italia obbligando il governo a ridimensionare i propri obiettivi economici. Ma se vorrà vincere il Polo dovrà soprattutto evidenziare i risultati che, al di là delle difficoltà esterne, il Paese ha raggiunto in questi sei anni. Oltre a questo confronto, la grande rivoluzione di questi anni resta infatti la presenza di una squadra di governo che nel bene e nel male non potrà sottrarsi durante la prossima campagna elettorale al giudizio degli elettori. Il vero confronto sarà tutto qui. Sbaglierà campagna elettorale chi concentrerà il dibattito su aspetti diversi da quello dell’efficienza dell’azione di governo. Sbaglierà così l’Unione se privilegerà l’attacco ad personam al premier, la querelle giudiziaria e la lottizzazione delle poltrone, come strategie per conquistare voti. Sbaglierà il Polo se punterà a scongiurare la vittoria degli avversari paventando scenari apocalittici, se darà l’impressione di cercare soltanto giustificazioni alle proprie difficoltà tra euro, Cina e guerre. Tutte queste argomentazioni possono servire soltanto per rafforzare il sostegno dei propri elettori ma non saranno utili a convogliare nuovi voti sulla coalizione. Il punto su cui gli incerti e gli astensionisti orienteranno la propria scelta dipenderà invece dalla capacità dei leader di dimostrarsi affidabili nell'innescare la crescita del Paese. A Prodi spetterà spingere gli italiani a cambiar guida mettendo a nudo le incapacità del Polo nel fornire garanzie di ripresa.
A Berlusconi toccherà far leva su quanto nonostante tutto è stato fatto e sull’opportunità di dare continuità alla politica di questi anni

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mmmm chissà se sarà l'azione di governo l'argomento cool della prossima campagna elettorale. Mi sa che ci sorbiremo, stavolta più di prima, la grande dialettica conflitto d'interesse versus comunisti, con la lotta al terrorismo e i soldati in Iraq di sottofondo... sbaglierò...

Ma speriamo sia come dici te, ciao e grazie per il passaggio.

watergate

Anonimo ha detto...

..quest'anno la campagna elettorale è quasi inutile...

Zagazig

CM ha detto...

Credo, come già detto, che molto dipenderà dalla percentuale di votanti alle urne.

Il governo berlusconi ha lavorato maluccio, ma il centrosinistra attuale può fare solo di peggio.

Ah, qualcuno deve convincere anche il sottoscritto a non votare il Papa...