26 agosto 2005

2)Berlusconiadi: verso una politica dell'efficienza

Lo scossone all’interno dell’Unione, provocato qualche settimana fa dal giudizio negativo di Standard & Poor’s sull’affidabilità del centrosinistra, ha dimostrato come ormai la politica italiana si stia sempre più allontanando dai vecchi schemi ideologici cari alla prima repubblica. È chiaro infatti che le politiche del 2006 le vincerà non chi riuscirà a screditare meglio l’avversario ma piuttosto chi saprà vendere all’elettorato ancora incerto l’immagine più affidabile. Dalla seconda metà degli anni ’80 la politica italiana continua ad attraversare una fase di forte transizione destinata a concludersi con la ridefinizione di un nuovo rapporto tra Stato e cittadino. Forti sono le tenaglie che ancorano al passato il nostro sistema ma in questo caso la politica funziona autonomamente come l’economia di mercato. Ci sono spinte, bisogni naturali che non si possono contenere, procedono in modo indipendente dalle volontà dei singoli fino ad assestarsi verso un punto di equilibrio che assicuri maggiore stabilità ed efficienza. Non riesco pertanto a trovare coinvolgenti i timori, i presagi di immani catastrofi che secondo alcuni una riforma costituzionale potrebbe causare alla nostra società. Né mi inteneriscono i facili nostalgismi di prima repubblica troppo spesso dotati di una memoria filtrata, non storica ma ideologica. L’Italia, lo si voglia o no riconoscere, è nel pieno di una trasformazione che sta riavvicinando il cittadino alle istituzioni. È un processo complesso che purtroppo non segue naturalmente le vie più rapide e logiche ma è un processo incessante, ineluttabile. È la sfida ad una mentalità qualunquista che vede, o vuole vedere, sempre e comunque cittadino e istituzione in conflitto. È su questa sfida che nacque il centrodestra, è in questa sfida la sua ragion d’essere.    

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il centro destra dovrebbe dare un'immagine più coesa e con valori forti e condivisi. Ma la vedo dura. Eppure a sinistra c'è lo sfascio. E non ne approfittiamo. GM

Anonimo ha detto...

E' azzeccatissima soprattutto l'idea delle ultime righe sul perchè è nato il centrodestra e anch'io credo che la la politica italiana stia attraversando una lunga fase di transizione. In questi giorni rifletto su un aspetto parzialmente collegato: il rallentamento che i cattolici in politica stano causando. E lo dice un cattolico