04 ottobre 2005

Tremonti ringhia e Anselmi piange

Dopo Massimo Franco e Massimo Giannini è toccato al direttore della Stampa, Giulio Anselmi, andare sulla graticola del rinato Giulio Tremonti. Cambia il salotto – da MATRIX a Porta a Porta – ma non cambia la capacità comunicativa del ministro dell’Economia che come un provetto political showman è sempre a proprio agio davanti telecamere e opinionisti difendendo punto per punto la qualità della manovra finanziaria appena varata dal governo. Nonostante ricopra la carica più delicata dell’esecutivo – e forse proprio per questo  – Tremonti dimostra di sapere far cadere tutta la scienza infusa di direttori ed editorialisti che, bravissimi con la penna a scaricare colpe e ad individuare strategie alternative di governo, sembrano diventare lupi dai denti di carta quando hanno la possibilità di dibattere con chi in questo momento mettono quotidianamente al centro delle polemiche interne. Così ieri molto più all’altezza del confronto sono apparsi i politici dell’opposizione Tiziano Treu e soprattutto Mercedes Bresso che pur non lesinando critiche di parte – ma è il suo mestiere – ha saputo tener viva  e interessante la discussione riconoscendo anche il buon senso di alcune novità di questa Finanziaria. Deludente invece Giulio Anselmi che serioso e ieratico ha ripetutamente proposto il suo sillogismo molto personale per il quale i tagli a regioni ed enti pubblici sarebbero sbagliati perché regioni ed enti pubblici – compresi alcuni di quelli guidati dal centrodestra – li rifiutano. L’obiezione è parsa talmente priva di spessore che il ministro non ha potuto fare a meno di definirla “francamente una domanda strampalata” mentre sullo sfondo la faccia ancora seriosa di Anselmi appariva a tutti sempre più ridicolmente seriosa. Fa specie come al vertice di un giornale così importante arrivi un giornalista così debole cui non resta che replicare: Tremonti è sempre Tremonti. Fa piacere invece ritrovare un Tremonti ringhioso davanti a questi confronti, mai a bocca asciutta come un vero politico di razza, senza peli sulla lingua nel definire “strampalata” la domanda di chi guida il quotidiano degli Agnelli. Continuo a pensare che con un ministro così bravo a riportare l’attenzione dei media sui contenuti della politica la Cdl possa giocare una carta importantissima.

4 commenti:

Massimo ha detto...

Concordo: Tremonti (come Pera e Martino) è una risorsa della CdL.
La sua estromissione dal governo, subita da Berlusconi, fu un errore che se Silvio fosse stato veramente, come afferma Follini, un monarca assoluto, non avremmo mai commesso.

Anonimo ha detto...

Io lo candiderei alle primarie :-)
sarebbe un ottimo successore del berluca.

Federico ha detto...

Sì ragazzi. In questo momento è una delle carte migliori e sapete perché?Perchè ci crede davvero.

Anonimo ha detto...

Tuttavia, manovra finanziaria = pianificazione centrale dell'economia = socialismo. Non solo: tasse = esproprio = socialismo = negazione del libero mercato.

Non capisco l'entusiasmo per la CdL...