29 marzo 2006

La libertà del merlo maschio

Ho tirato un sospiro di sollievo quando il Corrierone ha fatto il suo endorsement, fugando ogni dubbio che ancora legava qualcuno alla storica imparzialità di Via Solferino. Ora però Paolone Mieli dovrebbe capire che se continua così comincerà a far concorrenza al quotidiano della Quercia la qual cosa, con tutti i grattacapi che la mortadella’s band si ritroverà attraversando piazza colonna, non è proprio carina.
L’enfasi posta all’appoggio di Lando Buzzanca al candidato diessino al senato Gianni Borgna [date un’occhiata all’Andrea’s version di oggi] è infatti tipico di un giornale di partito che fa passare l’idea che l’elezioni siano una gara a chi conquista più artisti. Al di là dell’introduzione tendenziosa della prima pagina il pezzo di Aldo Cazzullo mette ben in evidenza all’interno come si tratti non di un cambio di bandiera ma semplicemente di un voto ad personam. Buzzanca stesso infatti dichiara che alla Camera il suo voto andrà ad An cui continua a legarlo quella piccola fimma tricolore che ancora arde. Certo l’attore  non risparmia critiche alla politica culturale, secondo lui inesistente, della Cdl peccato per il vuoto della sua argomentazione: in quattro anni non ho mai conosciuto Urbani. Come dire, uno che non viene a conoscermi non capisce un tubo di cultura, logico no? Probabile che se il merlomaschio si aspetta da un governo amico collaborazioni l’Unione sarà più pronta ad accontentarlo. Quello che invece il Corriere si ostina a non voler cogliere è la non organicità di intellettuali ed artisti ai partiti ideologicamente a loro più vicini. Se il controllo della cultura nel nostro Paese da parte dei comunisti ha avuto successo infatti, ciò si deve anche all’ubbidienza ferrea imposta ad artisti e studiosi targati con falce e martello contrapposta invece all’atavico e naturale individualismo diffuso a destra. Quando Cazzullo si crogiola nell’affermare i vari personaggi non classificabili a sinistra nel mondo dello spettacolo e della cultura si vanno defilando a uno a uno, non ci svela nessuna novità ma conferma quello che da decenni conosciamo, il monopolio della sinistra su questi settori. Albertazzi e Buzzanca, Sgarbi e Cardini, Veneziani e Buttafuoco hanno teste troppo pesanti per lasciarsi omologare nelle linee di partito ma al di là della loro scelta elettorale come restano a destra, restano anticomunisti. Questo governo se n’è sbattuto poco della cultura? Forse sì. Certamente oltre a curarsi poco di comunicare la qualità delle riforme varate non si è sforzato affatto di reclutare testimonial d’eccezione e questa in una democrazia è un errore da non commettere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.perloccidente.it/adesioni_3.php

è una cosa interessante!

textman ha detto...

Dal vostro inviato nel settore della pubblicità, il sottoscritto, si conferma la presenza della medesima egemonia già rilevata in campo artistico. Chi non ha sbeffeggiato Berlusconi almeno tre volte negli ultimi cinque anni non è "cool". Io non mi astengo di sicuro. Da sempre le egemonie altrui rafforzano le mie convizioni. In bocca al lupo.