11 ottobre 2005

Berlusconiadi/5: Tecniche di rimonta

L’affanno dell’opposizione tesa come se stesse lì lì per perder tutto il vantaggio accumulato in questi ultimi due anni è un buon segnale. Il centrodestra può in questo momento rilanciarsi con una politica lineare e compatta dentro le istituzioni e nell’opinione pubblica. Le carte su cui puntare sono numerose e su tutte il Polo ha il dovere di puntare senza trascurare alcun aspetto. I nodi da sciogliere sono innanzitutto in Parlamento. Alla Camera e al Senato la maggioranza può in questi mesi cruciali ribaltare la sensazione ancora troppo diffusa di una scarsa incisività dell’attività legislativa di questi anni. Risparmio, sistema elettorale, riforma costituzionale, sono i tre campi su cui dare battaglia per un approvazione non solo rapida ma efficace di questi provvedimenti. Insieme alle riforme delle pensioni, dell’istruzione e delle opere pubbliche si traccerebbe così un quadro completo di riforma delle basi del nostro Stato, ottimo punto di partenza per una campagna all’insegna del “dopo le fondamenta le mura maestre del rilancio”. Soltanto una continuità di governo può infatti valorizzare gli sforzi che il Paese, pur tra mille difficoltà, ha fatto in questi anni di congiunture internazionali critiche e di shock economici strutturali. La corsa da affrontare non è sull’opposizione ma sulla credibilità delle proprie competenze e dei propri obiettivi, sulla rivoluzione silenziosa che l’Italia sta compiendo dopo anni in cui le stanze dei bottoni si erano allontanate sempre di più dalla società. Questa classe dirigente deve mostrare la convinzione del salto di qualità realizzato dalla capacità di governo dell’ultima legislatura. Dopo i governi Berlusconi del 1994, Dini, Prodi e D’Alema il sistema politico italiano si va finalmente assestando su una stabilità sempre maggiore che permette agli elettori di individuare una squadra politica ben precisa, responsabile chiaramente nel bene e nel male dell’andamento sociale ed economico del Paese. Chi ribatte che i governi dc della prima repubblica, pur nella varietà dei protagonisti, avevano in fondo una intrinseca stabilità, mette in realtà in luce la debolezza più grave di quel sistema politico consistente proprio in quest’atteggiamento fumoso, subdolo, di tenere il potere senza assumersene la responsabilità.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Sì, ii soliti sondaggi dicono che la CdL è in recupero.
Potenza del silenziatore alla liti !
Aveva ragione Feltri quando diceva, in risposta alle battute di Follini, che era lui il "buttafuori" !
E sì, bisogna finire tre o quattro cose iniziate.
La riforma elettorale, la finanziaria, la devolution e alcune liberalizzazioni emblematiche: dei caf e dei patronati ... in risposta al solito sciopero generale dei pretoriani della sinistra ;-)

Federico ha detto...

Sì Monsoreau ma se chi deve caccia le palle casini e follini vari...