Il varo di una vera riforma costituzionale rappresenta la scommessa più grande del Polo. Scommessa e non vittoria perché il referendum abrogativo sarà una prova di successo di questa legislatura per certi versi anche più importante delle stesse politiche. Sulla questione non si ammettono mezze misure. Chi come Follini contesta la riforma per quanto mi riguarda si mette già fuori il progetto della Casa delle Libertà e questo non perché la nuova costituzione sia priva di difetti, ne ha ogni legge, ma perché questa sfida incarna la lotta per il rinnovamento complessivo del Paese ingaggiata dal centrodestra, il suo essere la vera forza riformatrice del panorama politico Italia. Chi contesta la bontà della riforma insomma difende il sistema vigente con tutti i suoi handicap e il vecchiume che si porta dietro. Non si riscontra più in alcuna democrazia il bicameralismo perfetto – che in fondo non era nemmeno nella testa dei padri costituenti – così come in nessuna democrazia il capo del governo ha prerogative così ristrette. Non parliamo poi della profusione eccessiva dei parlamentari in numero esagerato rispetto a Paesi che hanno una popolazione ben maggiore della nostra come Germania e USA. Chi poi si dice malato di bipolarismo non può non apprezzare la scelta diretta del premier contestuale al voto sui deputati. Certo i cambiamenti nascondono sempre delle insidie, per esempio il rischio frammentazione e clientelismo nella burocrazia regionale, ma quale grande sfida non presenta incognite?
17 novembre 2005
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
bellissimo post, veramente. Una boccata d'aria fresca in mezzo ad un mare di maledetti disfattisti! Grazie! :D :D
grazie mille!:)
Posta un commento