28 marzo 2006

Considerazioni pre-elettorali:ridateci le preferenze!

Gli italiani vogliono le preferenze. A quasi dieci giorni dal voto è questo il primo verdetto che si può trarre almeno per quanto riguarda la nuova legge elettorale. Chi scrive ha giubilato per il ritorno al proporzionale corretto col premio di maggioranza che era il dettaglio previsto dai padri costituenti ma mai applicato. Fin dal primo vagito dell’iter legislativo ho contestato chi vedeva nell’abbandono del maggioritario un attentato al sistema bipolare ignorando – spesso volutamente – che il bipolarismo si coniuga spesso all’estero con un sistema proporzionale. La realtà è, come riconoscono i politologi più intellettualmente onesti, che non esiste il sistema elettorale ideale per tutti i contesti. Il sistema elettorale è un vestito che va tagliato su misura della società specifica col compito di tradurre in rappresentanza la volontà popolare, conciliando nel miglior modo il principio della rappresentatività in primis e della governabilità in secundis. Pur superando alcuni difetti del mattarellum universalmente riconosciuti il nuovo sistema pecca nel limitare la libertà di scelta degli elettori con l’abolizione delle preferenze. Puntando ad ovviare al voto di scambio alcuni leader del Polo, Fini su tutti, hanno preferito rinunciare a questo strumento che innegabilmente aumenta la democraticità del voto. In questi giorni piove dallo stesso elettorato di centrodestra un fiume di critiche alla rimozione di questo diritto. Proprio il leader di un partito che per decenni aveva contrastato la partitocrazia ha finito per favorire il ritorno a quel sistema di potere. L’aggravante è poi rappresentata dalla constatazione che l’eliminazione della preferenza non risolve il problema delle clientele, che semmai si ripropongono sotto forme diverse di nuove correnti e nuovi partiti personalistici come avviene per esempio in Campania con la candidatura di un personaggio camaleontico quanto ambiguo come Carmelo Conte nelle file del grottesco Dc-Psi! E questi candidati maestri di clientele, caro Fini, finiranno sicuramente negli scranni del Parlamento, perché il loro consenso prescinde dal partito – figurarsi dalla coalizione! – ma è legato semplicemente al personaggio. Con l’inserimento della preferenza unica si sarebbe invece riconosciuto agli elettori il sacrosanto diritto-dovere di scegliere responsabilmente il proprio candidato evitando tra l’altro l’abominevole situazione di chi vedrà obbligatoriamente il proprio voto utile a far entrare alla Camera la simpatica Mara Carfagna, rispetto alla quale, Caro Silvio, Forza Italia avrebbe ben meglio da proporre!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

come hai ragione....!!!

Anonimo ha detto...

grazie milel del commento. Veramente intelligente. Mi accorgo di non averti linkato... dacci solo i tempi burocratici...

:)

ciao, aa.

Federico ha detto...

grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e