Votare in Alta Irpinia offre la possibilità che non ti aspetti, quella di guardare in faccia lo scontro in atto, i suoi protagonisti principali. Il cavaliere, l’uomo della tv commerciale cresciuta all’ombra del Garofano di Craxi. Il democristiano, il professore del tressette della Magna Grecia, cresciuto all’ombra del sisma del 1980 con i vari Tanzi, Scalfari e Prodi.
Più di Romano Prodi infatti è Ciriaco De Mita il burattinaio dell’Unione, è lui che, dopo dieci anni da demiurgo, ritornerà a Montecitorio per tessere in prima persona nuove trame e nuove clientele. I legami col professore sono poi notissimi. Prodi ascese all’Iri proprio per volontà dell’allora segretario dc, che frequentava Nusco dai tempi della Cattolica quando divideva la stanza col fratello di Ciriaco. Quali mosse prepara adesso il professore irpino? Forse la rottura con i ds e l’assalto al centro del Polo, certo non tornerà a Roma per adattarsi a un ruolo di secondo piano. La sua rete di potere nel feudo avellinese del resto peserà come al solito notevolmente sul bottino di voti della Margherita e quindi sulla sua linea politica. De Mita in fondo è da tempo sempre più presente accanto a Francesco Rutelli. La trasformazione dell’ex sindaco di Roma da radical chic di sinistra a basista democristiano mostra chiaramente la sua impronta. La stessa irrequietezza dell’ala rutelliana della Margherita è stata certamente ispirata da De Mita che non ha dimenticato la sufficienza con cui il professore lo mise da parte nel 1996. Pur non essendovi più la simpatia di un tempo non vi è dubbio tuttavia che, in caso di vittoria dell’Unione, l’influenza del potente esponente democristiano su Prodi sarà enorme. Noi ci prepariamo.
09 aprile 2006
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