06 settembre 2006

Solo Silvio può rigenerare Forza Italia


Fin troppo scontato parlare ora di quello che non va in Forza Italia. Fin troppo facile a conti fatti individuare ora cause e responsabilità. Dov’erano tutti questi maghi dell’organizzazione politica quando un anno e mezzo fa la sconfitta del centrodestra sembrava già segnata? Ora tutto d’un tratto si riscopre l’importanza, direi la crucialità, di rilanciare la discussione, di dare slancio a nuove energie.
Il punto dal quale partire non può non essere il risultato del 9 aprile e la maratona berlusconiana che l’ha prodotto. Nonostante il folle disinteresse per la comunicazione politica protrattosi durante l’attività di governo, dal dicembre del 2005 al marzo 2006, abbiamo assistito a quattro mesi di rimonta esaltante che solo per qualche stupida disattenzione non ha raggiunto l’obiettivo di una nuova vittoria. Se dunque da sempre ho gridato a Silvio di Convincermi a Non farmi astenere più perché tutt’intorno a lui era un affollarsi di piccoli uomini, ora non ritengo fruttuoso far finta di partire da zero. Partiamo invece dal 9 aprile, ma non per crogiolarci di un consenso consolidato al centrodestra. Partiamo dal 9 aprile per capire cos’ha risvegliato il sostegno degli italiani al centrodestra e su quell’onda lunga che possiamo ritrovare nuova linfa.

Il ruolo di Silvio Berlusconi resta fondamentale, non perché lo voglia lui o lo desideri io, ma perché il centrodestra italiano nasce intorno a questa figura. Ma ora possiamo ancora scommettere sul Cavaliere a Palazzo Chigi nel 2011? Io avrei più fiducia in un Berlusconi che sceglie di tuffarsi anima e corpo nella rigenerazione di Forza Italia. Lo ha scritto anche l’Elefantino. Io non voglio un domani in cui un Berlusconi svuotato e poco ascoltato non incida sul futuro del centrodestra. Io voglio un centrodestra disegnato innanzitutto da Berlusconi. Come? Partendo dal partito. Dal suo partito. Il più forte in Italia da 12 anni. Cosa manca a Forza Italia oggi? La spinta di giovani appassionati di politica. Costruire un partito con pezzi da novanta della società è stata una scelta vincente, oltre che obbligata nel ’94. Ma oggi dopo dodici anni può il primo partito rinunciare ad allevare i propri leader? Eppure, come ha scritto
Krillix, intorno vediamo solo le solite facce da manifesto, in giacca e cravatta, che circondano il potente di turno, alternandosi su palchi e palchetti. Chi in questi anni si è avvicinato a Forza Italia illudendosi di trovare la forza e la semplicità di Berlusconi ripetute nelle sezioni di partito, ha scoperto grigiore, silenzi, e-mail mai consultate, e qualche sagoma perfetta per piazzare aspirapolveri. Ma i sorrisi smaglianti non possono coprire il vuoto di idee e di passione. Allora un Cavaliere che riprende saldamente le redini di Forza Italia non è un ripiego. È una scelta obbligata. I quadri del partito mancano di quelle stesse qualità “giovani” che hanno permesso a Silvio di stracciare i 7 punti di vantaggio che l’Unione aveva nel novembre del 2005. Entusiasmo e capacità di coinvolgere. Silvio deve far sì che il suo modo di far politica entri nel dna di Forza Italia e prevalga su tutte le correnti. Perchè il solo modo per assicurare un futuro all'elettorato di centrodestra è dargli come identità il suo stile, sfacciato, ambizioso, riformatore e rivoluzionario.

Update. Da orticaria quanto scrive oggi Sandro Bondi sul Giornale. Questo pessimo abate della chiesa comunista tra gli artefici del vuoto di Forza Italia ora ha anche il coraggio di rivendicare di aver aperto il dibattito all'interno del partito. Ma che idea brillante sandrino! Aspettiamo con ansia il tuo sermone dal palchetto di Gubbio, sicuramente ricco di scenari apocalittici da cui solo tu potrai salvarci. Ed io potrò tornare ad astenermi.

Nessun commento: