Il Berlusca alla riscossa suscita timori nel centrodestra ma a ben guardare la scelta di correre ancora per la guida del Paese è la più naturale.
Certo si dirà che con un blog così non potrei scrivere diversamente eppure vedete io non riesco a pensare che la Cdl possa già prescindere dal suo padre fondatore e artefice. E questo non solo perché le alternative non sono valide o, come preferisco pensare, non sono altrettanto forti. La questione è un’altra. La ricandidatura del premier rappresenta il miglior riconoscimento al suo buongoverno. E chi se non il polo dovrebbe sostenere l'efficacia dell'azione di Palazzo Chigi in questi anni? Cambiare leader significherebbe ammettere con l'opposizione la disfatta dei governi berlusconi perchè si cambierebbe non una ruota ma la testa del carro.
Ma oltre che vantaggiosa per il centrodestra la ricandidatura del capo dell'esecutivo in carica avrebbe un beneficio complessivo per tutto il sistema Italia. Silvio Berlusconi piaccia o non piaccia ha innescato il transito della nostra politica dalla I alla II repubblica. Ha spinto il Paese molto più dei “maggioritari ante-litteram” – Mariotto Segni e Marco Pannella - verso una democrazia dell’alternanza, verso una politica comunicativamente più vicina alle persone. La nascita di Forza Italia, il contratto con gli Italiani, i messaggi televisivi, non sono stati, come ha detto qualcuno dei più stupidi denigratori, il segno di una deriva plebiscitaria ma piuttosto la riscossa di un ritrovato feeling tra istituzioni e cittadini.
La ricandidatura del premier signori significa assumersi, nel modo più chiaro e limpido, la piena responsabilità per tutto quello che durante la legislatura si è fatto e non si fatto. Chi guarda sempre con ardore alle democrazie anglosassoni ricorderà come il presidente uscente, specie dopo il primo mandato, torni sempre nell’arena elettorale. È una forma di rispetto verso i cittadini oltre che di coerenza con il lavoro svolto.
Berlusconi insomma investendo la propria faccia nelle prossime politiche, rischierà ancora le coronarie per i linciaggi e gli attacchi e continuerà a difendere dalla posizione più scomoda i propri interessi ma al tempo stesso darà un’altra prova del suo peso nel contesto politico italiano.
30 giugno 2005
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