Le differenti reazioni di Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini all’apertura del Polo sulle primarie palesa lo spessore politico e l’affidabilità dei due personaggi. Il presidente della Camera, come uno scolaretto invitato a fare il rappresentante di classe, dinanzi alla prospettiva di candidarsi contro Berlusconi davanti alla telecamere ha malcelato dietro un sorriso la vanità che gli è propria e attorno alla quale si è costruito questa immagine di uomo delle istituzioni autorevole. Fini, da politico avvezzo a rispondere con argomentazioni solide al proprio elettorato, ha sottolineato soltanto l’importanza di discutere della premiership escludendo l’eventualità di una sua candidatura alle primarie che ritiene sfacciatamente incoerente col sostegno dato a Berlusconi in questi anni. Qualcuno osserverà che forse Fini è solo più furbo, forse è vero. Ma nella politica attuale lo stile di certe dichiarazioni pesa come un macigno sul consenso popolare. È chiaro che il ministro degli Esteri accetterà di mettersi in gioco soltanto con il sostegno di Berlusconi e mai contro di lui.
L’Italia non presenta ancora a mio avviso un contesto adatto per realizzare primarie serie. Abbiamo un tessuto politicamente partitico ed è naturale che chi guida il partito più forte guidi la coalizione. L’anomalia è Prodi, la sua candidatura malvista dall’elettorato di sinistra e dallo stessa Margherita nata intorno a lui. La Cdl non dovrebbe rincorrere l’Unione in questa tragicommedia delle primarie all’italiana. Il Polo è nato e cresciuto intorno alla figura di Silvio Berlusconi e lui soltanto può proporre un eventuale nuovo leader agli elettori di centrodestra.
24 settembre 2005
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2 commenti:
Non so se sia il gioco del poliziotto buono e di quello cattivo, ma avendo davanti Follini, Casini fa la figura di un gigante.
Fini dimostra serietà e solidità.
Ma non riesco a dimenticarmi quanto mi piacque il discorso di Fini a Mirabello nel settembre 2003 e la profonda delusione 10 giorni dopo quando porpose il voto agli immigrati ....
L'Udc non mi convince. Cosa cerca di fare? Una lunga scalata verso la leadership del centro destra? Rendiamoci conto che se così fosse saremo davanti ad un partito centrista statalista all'antitesi con le idee liberali (dichiarate) da Berlusconi
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