23 novembre 2005

Se il Paese va bene non si dice

La formazione e l’occupazione in Italia migliorano ma il “regime” lo nasconde! Vorrei che qualcuno m’indicasse quali quotidiani oggi hanno riportato i dati nettamente positivi emersi dall’annuale rapporto sull’occupazione pubblicato ieri dall’Isfol, l’Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori. Si tratta di un’analisi molto pacata e sicuramente imparziale che non nasconde certo le criticità ancora esistenti del nostro mercato del lavoro ma individua anche importanti indicatori di miglioramento.
Secondo l’Isfol il nostro Paese ha conseguito lo scorso anno un +0,8% di crescita occupazionale, rispetto al +0,5% della media Ue, registrando inoltre il più significativo miglioramento della disoccupazione femminile proprio nel Meridione (-2,1%), insieme a una generale riduzione dei differenziali di genere. Ancora più interessante la comparazione con gli altri membri dell’Ue. Insieme a Gran Bretagna, Grecia, Spagna e Finlandia, l’Italia ha registrato infatti la diminuzione più veloce della disoccupazione strutturale. Il buon andamento dell’occupazione, rispetto ai dati certamente meno confortanti sulla crescita economica, dipenderebbe secondo l’Isfol dalle riforme varate nel corso degli ultimi anni. Le riforme Biagi e Moratti avrebbero infatti modificato profondamente il sistema del lavoro e della formazione anche se è ancora presto per coglierne appieno i risultati. L’Isfol sottolinea inoltre come resti “cruciale il dialogo tra Governo, Regioni e Parti sociali”. Alle Regioni, in particolare, è affidato il compito più delicato: rendere reali e concreti sul territorio i processi di riforma.
Chi desidera approfondire troverà la sintesi e le tabelle sul sito dell’Isfol. Io mi limito a sottolineare il silenzio mediatico su questo rapporto. C’è una troppo evidente sperequazione tra il modo con cui vengono amplificati i giudizi negativi sul nostro Paese e il silenzio assordante che vige su analisi e previsioni più confortanti. Nonostante i numerosi lanci da parte di tute le agenzie di stampa fino ad adesso son riuscito a trovare la notizia soltanto sul Secolo d’Italia che, come quotidiano di partito, ha un bacino ovviamente limitato. Eppure lo studio dell’Isfol non è così eclatante ed offre spunti interessanti che vanno al di là della convenienza politica di maggioranza o opposizione. Anche dove il rapporto registra risultati molto positivi come l’università – dove i laureati sono un iscritto su due, rispetto ai tre su dieci di pochi anni fa – si rimarca la necessità di qualificare sempre di più i giovani rispondendo così alla richiesta di risorse qualificate da parte del mondo del lavoro. Insomma continuiamo a perdere l’occasione di discutere in modo costruttivo su temi concreti mentre non ci sfugge mai il gossip sul Quirinale o un sindaco cretino in cerca di pubblicità che sopprime una targa commemorativa! Qual è il regime?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

bisogna iniziare a raccontare a tutti alcune cose che non vengono mai dette, la grande opportunità che abbiamo noi bloggers è questa..
credo che nella campagna elettorale potremmo fare sentire il nostro peso

Federico ha detto...

sì ma per far questo dobbiamo imparare anche a pungolare bene il nostro schieramento che mediaticamente in questo momento sta lavorando malissimo

Anonimo ha detto...

Ciao, a volte l'incoscenza delle persone mi sorprende.Io son sicuro della vostra buona fede e di quella di milioni di italiani come voi che si lasciano abindolare dalle Tv e dai mezzi di informazione;ma non riesco proprio a capire come fate a credere che le TV sono sottoposte (come qui ho letto) ad un regime di sinistra.Cioè l'ignoranza puo spiegare molte cose ma fatemi capire come crediate che 3 televisioni nazionali nelle mani del figlio di Silvio e le altre 3 nell mani del governo di cui lui è il presidente sono sottoposte ad un regime di sinistra?la vostra risposta mi affascina.Io sono aperto a qualsiasi discussione politica,sono un dottore in scienze politiche dell'amministrazione e reputo costruttive le discussioni con chi come voi la pensa in modo diverso da me.

Anonimo ha detto...

scusate non volevo postare in maniera anonima il mio è Gennaro

Anonimo ha detto...

Ne ha parlato anche Avvenire:
http://www.db.avvenire.it/avvenire/edizione_2005_11_23/oggi_italia.html

E anche oggi nell'inserto "più lavoro" c'è un editoriale interessante. Appena lo mettono online lo posto.

Per Gennaro: se non vedi da che parte pende la maggior parte dei giornalisti italiani (spesso per motivi ideologici, ma anche per pigrizia intellettuale o "political correctness") sei un po' miope.
Basta vedere come viene rappresentata la vicenda irachena o il problema palestinese.
Dai un'occhiata qui:
http://www.informazionecorretta.com