04 gennaio 2006
Politiche 2006: la partita si gioca sulla comunicazione politica
In genere la settimana mediatica che unisce capodanno alla Befana è caratterizzata da una scarsa rilevanza di questioni politiche. I parlamentari ancora gonfi di panettoni e cotechini hanno poca voglia di polemizzare e preferiscono aspettare il cioccolato amaro del 6 gennaio per gettarsi di nuovo nella mischia. Non così quest’anno. Complice l’approssimarsi delle elezioni, il 29 gennaio le camere saranno sciolte, i giornalisti cominciano a buttare giù il seme della campagna elettorale lanciando i temi su cui i Poli si scontreranno. Ma l’esito delle elezioni, che continuo a considerare tutt’altro che scontato, non dipenderà dalle bufere giudiziarie che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Gli italiani hanno ormai fatto il callo, abbiamo storicizzato tangentopoli prima degli stessi protagonisti della politica. A parte qualche profeta noioso a sinistra sono in pochi ad agitare lo spettro delle manette e a profetizzare la politica dell’etica, quale etica poi non è dato sapere. Si va sempre più diffondendo una sorta di machiavellizzazione dell’elettorato. Stanchi di rincorrere i giudici e le loro estemporanee inchieste, stiamo imparando che dai tribunali si può uscire spesso con una coscienza più pulita di chi non vi è mai entrato. Quello su cui invece tendiamo a far sempre meno sconti è l’efficacia dell’azione politica. Con le ideologie ormai pensionate ci sforziamo di valutare in modo sempre più obiettivo i risultati di governo. Questa trasformazione rende sempre più critica la comunicazione politica, la capacità da parte dei governanti di mostrare gli obiettivi raggiunti rispettando l’agenda presentata durante le elezioni. La debolezza del centrodestra in questo momento è tutta in questa inefficienza di comunicazione. Ormai sono sempre più le voci che manifestano la propria sorpresa dinanzi a questa clamorosa defaillance: il politico comunicatore non ha saputo comunicare al proprio elettorato. Come è potuto accadere? Silvio Berlusconi nella sua ultima apparizione a Porta a Porta continuava a rimarcare come questo paradosso mettesse in evidenza lo scarso controllo che ha sui mezzi d’informazione, evidenziando i continui attacchi rivoltigli di continuo dai tre principali quotidiani. La colpa per il premier sarebbe della disinformazione sapientemente orchestrata dall’opposizione. Se questo fosse vero, come in parte certamente è, il Polo delle Libertà non sarebbe comunque esente dalla colpa di non avere avuto la forza e l’attenzione necessaria ad evitare il successo di questa strategia degli avversari. La verità però è un’altra: anche i mezzi d’informazione orientati a favore del governo hanno dato scarsa visibilità alle importanti riforme varate in questa legislatura. I vari Il Giornale, Libero e Il Tempo, sono stati bravissimi a sostenere la politica internazionale, a difendere la necessità di mantenere in Irak il nostro contingente, a punzecchiare l’opposizione sulle contraddizioni che l’attraversano e sulle ombre che ricadono sui leader avversari ma poco o nulla è stato fatto come informazione costruttiva su come la maggioranza stava trasformando il Paese. Le stesse riforme della giustizia, piuttosto che del sistema radiotelevisivo e della tutela del risparmio sono state affrontate più nell’ottica di parare i fendenti che arrivavano in quanto provvedimenti ad personam piuttosto che per porre l’accento sugli importanti benefici che avrebbero introdotto. Colpa allora dei mezzi d’informazione filogovernativi? Non del tutto. Le sollecitazioni per informare l’opinione pubblica sui cantieri normativi aperti come su quelli infrastrutturali dovevano arrivare dal centrodestra stesso che invece è stato lacunoso. Da quando il Polo ha avviato la rincorsa all’Unione? Da quando il premier e gli esponenti più importanti del governo, Tremonti in testa, sono scesi in campo per spiegare punto per punto la politica di questi anni della maggioranza. Ciò che mai è mancato a Silvio Berlusconi e alla sua squadra è infatti il dono della chiarezza e dell’incisività del linguaggio. È su questo che Msi e Lega prima e Forza Italia poi hanno costruito il loro successo elettorale. Ma questa verve comunicativa andava trasformata e mantenuta da voce dell’opposizione per il cambiamento a voce del governo che informava passo dopo passo gli italiani sui progressi del proprio lavoro. Invece nulla, zero assoluto. Anche i più strenui sostenitori hanno fatto spesso fatica a trovare i contenuti per sostenere il confronto con chi chiosava la inoperosità del governo. Il Polo ha perso consenso su questo. Quando anche chi lo aveva votato e riponeva ancora fiducia nella sua attività si è trovato con le armi verbali spuntate. Emblematica in tal senso è stata la polemica del direttore di Libero, Vittorio Feltri giunto a rimproverare in diretta Tv al presidente del Consiglio uno scarso impegno per l’approvazione delle misure che non sarebbero di interesse diretto dello stesso premier (il riferimento era alla depenalizzazione del reato d’opinione). Silvio non dovrebbe allora sorprendersi se la gente ignora le cose buone, e sono tantissime, realizzate dal suo governo. Per correre ai ripari giocandosi il tutto per tutto urge una radicale inversione di tendenza. Il progetto del Motore Azzurro muove in questa direzione ma non è abbastanza. La Casa delle Libertà tutta dovrebbe promuovere attraverso il coinvolgimento di politici, intellettuali, economisti, imprenditori, una grande campagna elettorale basata su un tour di forum sempre aperti sulle riforme più importanti. Un percorso continuo, città per città, che punti non alla retorica del dileggio politico – la sinistra al governo ammazzerebbe il Paese – ma alla illustrazione puntuale di quanto è stato fatto di buono e dei frutti che sarà possibile cogliere continuando a scommettere sul programma di governo del centrodestra.
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8 commenti:
forse hai ragione, un po' la colpa è anche nostra. Ma resta il fatto che il premier dovrebbe essere più sciolto, meno aggressivo, dicendo quello che ha fatto e quello che non è riuscito a fare. Dopotutto se il petrolio è a 62 dollari/barile ci sarà un motivo. La comunicazione, in genere, non spetta a noi, e nemmeno ai giornalisti che pungolano. La prima comunicazione dei risultati di un governo spetta al governo. Al di là delle successive manipolazioni (che in Italia, Berlusconi ha ragione, ci sono).
Ma qualcosa dobbiamo fare tutti. In primis loro che vorrebbero essere rieletti.
Un caro saluto, ciao.
Concordo in pieno. La responabilità è del governo e non serve piagnucolare ma rimboccarsi le maniche e magari far saltare qualche testa buona solo ad alimentare polemiche sullo stesso piano dell'opposizione.ricambio il saluto.
Mi sembra un'analisi accurata e condivisibile nella sostanza.
A difesa del Premier farei notare che:
1) l'impegno a governare (bene !)ha assorbito molto tempo disponibile;
2) il tempo restante è stato sprecato a sistemare le beghe di cortile e, in primis, a sedare gli umori dell'Udc, principale responsabile del calo di affezione verso la CdL (trasformato in astensione e non in voto per il "nemico");
3) E' vero che la stampa è contro Berlusconi, mentre il controllo sulle TV non è affatto, anzi !, tale e quale lo dipingono le sinistre: magari fosse così !
Bentornato e buon anno ! :-)
Buon anno a te Monsoreau. Io non imputo la responsabilità di questa pessima comunicazione al premier ma alla maggioranza in toto. Certo è che conoscendo le ben note capacità di comunicatore di Berlusconi mi sarei aspettato una scelta migliore dei cosidetti portavoce, ufficiali e non. Tanto per non essere espliciti qualche nome: Bondi, Bonaiuti e Schifani. Ma la lista sarebbe lunghissima.
Hai ragione Federico: la scelta delle persone che devono parlare in FI è ridicola. Ma secondo me rispecchia molto la persoanlità e i limiti di Berlusconi. Non sopportando chi possa criticarlo o oscurarne la figura, ama circondarsi di leccapiedi. Ma i leccapiedi non possono essere anche persone di spicco. Vuole essere l'uomo solo al comando, ma questo non funziona più. E purtroppo ANCHE questo lo sta conducendo alla sconfitta
Non credo. Berlusconi ha molta ambizione e il suo orgoglio non gli permette di temere l'ombra di nessuno. Piuttosto, come ha osservato Monsoreau, il premier preso dall'attività di governo si è fidato troppo di saltimbanchi, bravissimi a bastonare ma molto scarsi nel costruire un immagine solida dell'esecutivo.
Io credo invece che sia proprio lo smisurato orgoglio a spingerlo a circondarsi solo di chi gli dà sempre ragione. A lavorare a strettissimo contatto con lui possono essere solo persone innamorate di lui (pensa a quelli che fanno vacanza a casa sua in sardegna: fede, galliani, confalonieri...Non ce n'è uno che non sia devoto a berlusconi).
Detto questo, preciso che resto sostenitore di berlusconi. Ma questi sono a mio avviso i suoi limiti
Condivido e sottoscrivo in pieno l'analisi di Federico.
Siamo quasi sempre disarmati nel rintuzzare gli attacchi strumentali e spesso falsi della sinistra.Faccio un esmpio: l'ennesimo cambiamento della legge sul falso in bilancio non è stato accompagnato da una spiegazione né, tanto meno, da una giustificazione. Siamo in balia delle critiche false(?)dell'opposizione! Ancora:per una vita si è accusato il Governo di non aver adeguato al minimo tutte le pensioni; solo recentemente ho sentito finalmente specificare che non tutti i pensionati ne hanno diritto. E potrei continuare....
La funzione di noi blogger potrebbe essere quella di allertare i politici qualora ci fosse bisogno di chiarezza nella comunicazione e di insistenza su qualche specifico argomento: bisognerebbe che i politici ci leggessero e ascoltassero!
Un saluto e alla prossima.
Mauro
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