17 febbraio 2006

Destra radicale e Polo: precisazioni necessarie

Il caso “Destra radicale” all’interno del Polo è scoppiato all'indomani del ben più grave proprio “caso-Ferrando” nel tentativo di compensare le posizioni particolari del candidato di un partito chiave nell'Unione, il cui leader aspira alla poltrona più alta di Montecitorio. Alla destra di An le cose sono però di gran lunga differenti e vale la pena segnalare alcune delle precisazioni più importanti:
1)Alternativa sociale non ha nella Cdl il peso che Rifondazione ha nell'Unione.
2)Nessuno dei leader di As si è mai sognato di esultare per la strage di Nassirya.
3)Per quanto riguarda Pino Rauti si tratta di un gentiluomo della politica italiana che involontariamente ha anche fatto un piacere ad An accreditandone la svolta di Fiuggi con la sua uscita. E' stato inoltre per 40 anni un leader di testa del Msi, oltre che segretario, buttargli addosso la croce di "impresentabile" è quanto meno incoerente oltre che irriconoscente da parte dei vertici di An. Senza contare la già grave sconfitta che nel '96 ci costò questa ostracizzazione. Infine Rauti stesso in una recente intervista sul Corriere ha riconosciuto di essersi pentito di aver accettato il ruolo di "pecora nera" che lo ha escluso dalla gestione di An nel quale invece sarebbe potuto rientrare a pieno titolo offrendo un contributo importante come coscienza critica interna al partito.
4)I personaggi in questione riconoscono con argomentazioni solide la propria fiducia al premier e anzi tenerli forzatamente fuori dal gioco democratico potrebbe rafforzare la spinta verso posizioni estremiste in questi movimenti. La stessa estromissione di Ferrando in quest'ottica non mi sembra democraticamente corretta ma questi sono cavoli loro.
5)L'unica candidatura veramente stonata è quella di Sayo e consorte ma mi sembra ormai definitivamente smentita.

Oltre ciò bisogna considerare che As si alleerebbe col Polo senza entrare diciamo così come socio della Cdl ma come cartello di partiti che ne appoggia la battaglia contro la sinistra. Questo è nella logica punto del bipolarismo che tutti vogliono difendere e molti temettero andasse disperso col ritorno del proporzionale e che invece è ancora così vivo e vegeto da spingere realtà anche molto diverse ad accostarsi in vista di un accordo quantomeno di programma. Ecco l’accordo con As non dovrebbe scandalizzare nessuno proprio perché programmatico. L’elettore di As sa bene che il suo rappresentante non potrà realizzare i suoi ideali (ma quale partito realizza in pieno gli ideali del suo statuto?) ma sa anche che il Polo al governo gli garantirebbe comunque un apertura maggiore su certi temi primo fra tutti quello sociale del lavoro e dell’assistenza che rappresenta il trait d’union tra la Mussolini, Tilgher e Fiore. L’elettore della Cdl dal canto suo non avendo un approccio “religioso alla politica” non avrà difficoltà a capire l’utilità di quest’accordo e conoscendo lo scarso peso di As nell’alleanza di centrodestra non si preoccuperà di quelle posizioni più radicali che ovviamente non potranno mai prender piede in un possibile nuovo governo dell’attuale maggioranza. La questione è stata come sempre chiaramente illustrata dal premier che nella conferenza stampa di questa mattina ha infatti dichiarato:

''In questi mesi ho sempre dialogato con Alessandra Mussolini sulla cui correttezza democratica nessuno può obiettare. E' stato messo a punto un accordo programmatico che consente alla Cdl di ampliare i consensi''. Si tratta, ribadisce Berlusconi, ''di un percorso legittimo su cui non devono esserci ombre''. La decisione di non candidare Adriano Tilgher e Roberto Fiore ''sgombra il campo da qualsiasi contestazione'', dice il premier. A queste, ''doverose rinunce'', si aggiunge quella di Alessandra Mussolini, ma di questo, sottolinea il premier ''non posso che prenderne atto perché non faccio parte del suo partito, anche se -ammette- un suo ripensamento mi farebbe piacere''.Berlusconi spiega che con Alternativa sociale sono stati trovati accordi su ''il Mezzogiorno, il sostegno alle famiglie, il lavoro e la politica sociale''.(Fonte ADNK)

3 commenti:

Massimo ha detto...

Sottoscrivo, con una aggiunta.
Lascirsi imporre un veto su Tilgher e Fiore, apre la porta ad ulteriori veti e non possiamo farci condizionare nelle scelte da quel che urla la sinistra.

Anonimo ha detto...

1) ma allora a che serve questa alleanza?? Per raccattare qualche voto dei nostalgici??

2) ti ricordo bello mio che questi sono quelli dello striscione: lazio livorno stessa iniziale stesso forno e questo e' il minimo

3) rauti un gentiluomo si come no...

4) queste formazioni sono gia' agl'estremi non hanno bisogno di spinte, guarda le dichiarazioni di oggi

5) saya di tutti i rognosi e' quello con meno rogna.

Fascisti in doppiopetto e neonazisti doc: eccoli qui gli altri alleati impresentabili di Berlusconi, quelli che non fanno capo ad Alternativa Sociale. Un accordo tra la CdL e il Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli, infatti, c’è da mesi.

Le radici neofasciste di questo partito sono già nel suo atto di nascita, nel 1995, che avvenne in seguito allo scioglimento del Movimento Sociale Italiano, in contrasto con la cosiddetta "svolta di Fiuggi". Anche se il Segretario Romagnoli, che nelle lettere ufficiali si rivolge ai suoi colleghi definendoli «camerati», ci tiene ad affermare: «Chiamarci fascisti è molto riduttivo. Ma del fascismo siamo portatori di alcuni valori, come la socializzazione. Poi, se fascismo significa onestà, dirittura morale, capacità di riconoscere prima lo Stato e poi l’individuo...».

Come mai però Romagnoli, che è anche un eurodeputato, è stato tra gli organizzatori di una manifestazione lo scorso 29 ottobre, in celebrazione dell’anniversario della Marcia su Roma, dove svastiche e saluti romani si sono sprecati? «L’anniversario della Marcia su Roma è il 29 ottobre, non il 28. Che la manifestazione si facesse il giorno prima è stata una pura coincidenza. Poi, fa meno danno un saluto romano di una macchina incendiata», risponde lui, continuando con la strategia del “basso profilo”. Uno sguardo al programma evidenzia linee portanti come «blocco dell’immigrazione» e difesa della famiglia «naturale», come la definisce il Segretario.

«Non sono contrario all’omosessualità, ma credo che sia una cosa che va vissuta privatamente. Perché è diseducativa e innaturale». Senza contare, che nella buona tradizione della destra sociale, la politica economica della Fiamma rigorosamente antiliberale, mal si concilia con quella di Berlusconi.
Tra le ultime iniziative del partito, inoltre, a parte la manifestazione «accidentalmente» quasi coincidente con l’anniversario della Marcia su Roma, ci sono l’organizzazione di una fiaccolata per la grazia a Priebke lo scorso 22 luglio a Roma (poi bloccata dal Questore) e la Guardia d’Onore, alla tomba di Mussolini lo scorso 16 aprile.

Questo è niente, però, rispetto alle gesta di due militanti della Fiamma Tricolore, capisaldi del neofascismo e del neonazismo italiano, come Piero Puschiavo (il cui nome compare tra i curatori del programma del partito) e Maurizio Boccacci.

Puschiavo nel 1985 è tra i fondatori del Veneto Fronte Skinhead, legato al circuito internazionale neonazista Blood and Honour, che più o meno esplicitamente lavorava alla ricostruzione del partito nazista. Nel 1994, insieme ad altri sei aderenti all’organizzazione, fu arrestato con l’accusa di violazione della “Legge Mancino”, nell’ambito di un’indagine avviata da Papalia, proprio per aver aderito al Fronte, che avrebbe avuto tra i suoi scopi l’incitazione all’odio razziale. Furono poi assolti 10 anni dopo, con la motivazione che la legge punisce non il pensiero, ma l’atto pratico. Puschiavo è stato anche indagato per la riorganizzazione del partito fascista.

Maurizio Boccacci, dal canto suo, era leader del Movimento Politico Occidentale, formazione che raccoglieva i naziskin romani, sciolta nel 93 per l’entrata in vigore della legge Mancino. Fu arrestato per gli scontri avvenuti il 20 novembre 1994 prima, durante e dopo la partita Brescia - Napoli, ferendo tra gli altri un vicequestore, con l’accusa di lesioni gravi, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, di aver organizzato una manifestazione di stampo fascista e di incitamento all’odio razziale. Fu poi condannato a 4 anni il 5 gennaio del ‘98.

Massimo ha detto...

Perchè, anonimo, non vai a vedere la curva del Livorno con tutti quegli stracci rossi pieni di falce e martello (simbolo del regime più assassino mai apparso sulla terra) e di effigi di Guevara (altro assassino criminale) e ti soffermi su UNO striscione esposto, guarda un po' che coincidenza, mentre Forza Nuova stava trattando con Berlusconi ?
E chi è che può dare lezioni di democraticità a Fiore, Tilgher e Mussolini ?
Caruso ? Quello che okkupa e si fa la spesa proletaria ?
Casarini ? Luxuria o Grillini ?
Ma neppure D'Alema (autoconfesso lanciatore di molotov all'università) può permetterselo !
Quindi non ha alcun pregio rivangare fatti di dieci e più anni fa per rendere impresentabili Puschiavo e Boccacci, mentre il fatto che uno sia stato indagato per ricostituzione del partito fascista non ne fa un criminale (direi che sia peggio lanciare molotov che esprimere idee controcorrente !).
E quali tremende cose avrebbe detto Romagnoli che non possano essere ragionevolemnte condivise (sugli omosessuali) o rispettate (sulla Marcia su Roma) ?
Anonimo sinistro: meglio che tu guardi alla trave che c'è nel tuo occhio che al granello di polvere che c'è a Destra.